Mary ha perso sua figlia Stella, di appena 5 anni, a causa di una
meningite fulminante che gliel’ha portata via senza che lei potesse fare
niente. Rimasta sola le cose non sono più le stesse. La casa sembra vuota,
tutto sembra vuoto e spento senza di lei. Mary lascia che la sua vita le scorra davanti, lasciandosi andare, senza curarsi più di nulla. Il suo lavoro non la appassiona più, il suo matrimonio è sull'orlo del fallimento. Ma poi un
giorno decide di accettare il consiglio di sua madre e si
presenta al Sit and Knit, un negozio di filati, la cui proprietaria insegna i primi rudimenti del lavoro a maglia. Mary non avrebbe mai immaginato
quanto bene avrebbe fatto questo semplice lavoro alla sua anima e al suo cuore.
Il Club della maglia del mercoledì diventa per lei un appuntamento fisso e lì fa la conoscenza con altre donne con cui si ritrova in completa sintonia. Ognuna di loro lavora a maglia per salvarsi la
vita. Ognuna di loro ha alle spalle una storia straziante, che tocca nel profondo.
Sapevo fin dalla prima pagina che avrei pianto tantissimo leggendo questo libro e così è stato. Mi ha sorpreso ritrovarmi con gli occhi gonfi di lacrime? No. Ho sofferto? Tanto. Questa storia è stata decisamente una bella sorpresa. Dolorosa come un pugno allo stomaco, ma rassicurante come l'abbraccio di una madre. Un viaggio nell'elaborazione del lutto di un genitore, in cui incontriamo solidarietà, sorellanza, supporto, e che trasmette tanta positività e speranza. Ma datemi retta, preparate i fazzoletti.
La protagonista è una donna che per elaborare l'improvvisa morte della figlia, una bimba di soli cinque anni, sceglie come terapia il lavoro pratico e inizia a frequentare un club della maglia, imparando a sferruzzare da zero. In questo modo le sue mani e la sua mente trovano qualcosa di costruttivo su cui concentrarsi, mentre lei cerca di rimettere in piedi la sua vita. Nonostante il suo impegno le cose faticano a raggiungere una parvenza di normalità. Una volta
superato lo shock della perdita, la depressione si abbatte su di lei e questo
non aiuta il suo matrimonio. Ma la sua salvezza sarà il gruppo con cui divide le sue serate di lavoro a maglia. Un gruppo di donne molto diverse tra loro, con storie molto diverse ma accomunate dal dolore e dalla voglia di ricominciare. Insieme affrontano ogni
cosa: la morte, l’abbandono, la solitudine. Quando sono insieme e sferruzzano
tutto il resto del mondo sparisce.
L’angoscia,
la tristezza e la disperazione di questa madre emergono dalle pagine toccando il cuore di chi legge. Il libro è davvero ben scritto e ben costruito ma è difficile badare a queste cose quando la storia raccontata è così drammatica, straziante e soprattutto vera, il libro infatti è in parte è autobiografico: Ann Hood ha perso la figlia di 5
anni a
causa di una malattia e si è ripresa solo grazie al lavoro a maglia e a un gruppo
simile a
quello a cui si unisce Mary. Sono rimasta colpita dal suo coraggio e dal fatto che sia riuscita a scrivere un libro così, che darà sicuramente forza e coraggio a chi sta attraversando la stessa tragedia. La morte di un figlio ti spezza il
cuore, per sempre, ma è possibile essere felici di nuovo e trasformare i
ricordi
strazianti di chi non c’è più in ricordi teneri. Nessuno li porterà mai via. Sono bei ricordi a cui pensare con
gioia, e
non da evitare. Mary alla fine lo capisce.
La sua bambina sarà sempre
nei suoi
pensieri, ma lei merita di essere felice e amare ancora qualcuno come ha
amato
lei. Vi consiglio questo libro perché è una storia che merita di essere letta.
♥♥♥♥
Bellissimo!
Toccante, triste e bellissimo. Me lo segno, grazie :-)
RispondiEliminaLa cover originale è deliziosa ^-^
A me piace un sacco anche quella italiana,molto carina **
Eliminaho fatto anch'io la recensione di questo libro, e ne sono rimasta rapita e coinvolta!=)
RispondiEliminase vuoi leggere quello che ho scritto:
http://lenostreparolerev.blogspot.it/2013/03/ann-hood-il-club-dei-ricordi-perduti.html
E' davvero toccante :) Bella anche la tua recensione,sono contenta sia piaciuto anche a te :)
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