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mercoledì 9 febbraio 2022

RECENSIONE | Gli otto giorni di Luke di Diana Wynne Jones

Gli otto giorni di Luke di Diana Wynne Jones
Kappalab (2018) | 192 pagine | 15 Euro

Quando arriva l'estate di solito i ragazzi ne sono molto felici. Finalmente basta scuola, basta compiti, tempo libero, relax. Per David non è proprio così. Passa tutto l'anno scolastico in un collegio e l'estate a qualche campo estivo scelto a caso dalla sua famiglia e tutto sommato non gli dispiace. Meno li vede, meglio è. I suoi zii, che si occupano di lui da quando i suoi genitori sono morti, sono davvero terribili. Ma è rincuorato all'idea di dover restare lì solo qualche giorno, prima di essere spedito chissà dove. Invece questa volta i suoi zii si sono completamente di lui e non hanno organizzato niente. Davanti a lui si prospetta così la peggiore delle estati. Almeno fino a quando non conosce Luke. Un tipo bizzarro, si capisce subito. David non comprende a pieno la grandezza di quello che succede intorno a lui, ma intuisce che Luke e i personaggi che iniziano a girargli intorno non sono proprio persone normali. Hanno qualcosa di magico, di mistico. Ma quando l'avventura chiama è impossibile non rispondere.

Recensione

Se mi seguite anche su Instagram forse vi ricorderete che l'anno scorso ho aperto un gruppo di lettura a tema mitologico! Il progetto continuerà anche nel 2022 così oggi vi parlo proprio del libro che ho letto con il gruppo per il mese di gennaio! In caso voleste unirvi a noi vi lascio anche il link telegram. Leggiamo un libro al mese, sempre a tema mitologico. Questo giro è toccato alla mitologia norrena, che abbiamo affrontato con un libro un pochino datato. Gli otto giorni di Luke infatti è uscito nel 1975 ed è considerato un po' un precursore delle saghe mitologiche moderne. Possiamo considerarlo un antenato di Percy Jackson! É stato un punto di riferimento per molti autori che negli anni successivi si sono avvicinati a questo tipo di narrazione. L'autrice poi non ha bisogno di presentazioni: Diana Wynne Jones ha scritto decine di libri per ragazzi ed è famosa soprattutto per aver scritto Il castello errante di Howl, che poi ha ispirato il film d'animazione giapponese targato Miyazaki, uno dei più grandi successi della casa di produzione. Penso che basti questo a convincervi, ma parliamo più approfonditamente del libro!

Il protagonista, David, è un Harry Potter senza bacchetta che deve cavarsela in una situazione famigliare estremamente simile a quella del nostro maghetto preferito. Passa tutto l'anno scolastico a scuola (che non è magica) e torna solo per le vacanze. Fosse per lui non tornerebbe proprio, perchè i suoi zii, che sono i suoi tutori, sono veramente terribili e lo bullizzano senza sosta, facendolo sentire in colpa per qualsiasi cosa e accusandolo continuamente di non essere abbastanza grato per ciò che fanno per lui. Anche David ha un cugino odioso, ma in questo caso è adulto, tanto da avere già anche una dolce metà, altrettanto odiosa e lamentosa. Per David passare tempo in famiglia è una tortura senza fine. La situazione è così simile a quella di Harry che non mi stupirebbe se la Rowling si fosse ispirata a questo libro per alcuni elementi. Ma qui, come dicevamo, le bacchette non c'entrano niente. Ma la magia sì.
 
Quando entra in scena Luke, David è piuttosto scombussolato. Da quel momento inizia a vivere una serie di avventure decisamente bizzarre, di cui non capisce a fondo il significato. Una particolarità di questo libro infatti è che a David, e al lettore stesso, non viene spiegato cosa sta succedendo e quali sono le vere identità di personaggi che incontra, fin proprio alla fine. All'inizio ho trovato questa scelta un po' snervante perchè volevo delle risposte chiare e volevo sapere di più, ma andando avanti ho capito la scelta. É stato un espediente narrativo interessante. Una nota alla fine del libro suggerisce di leggerlo una seconda volta. Il libro infatti, anche se non è chiaro, lascia numerosissimi indizi tra le pagine. Piccoli dettagli, insignificanti all'apparenza, ma che strizzano l'occhio a chi già intuisce qualcosa. Il difetto principale di questo libro però sta proprio nel finale. Dopo tanta attesa, l'ho trovato estremamente frettoloso. Avrei voluto un maggiore approfondimento sulla storia e sui personaggi. Ma può essere una lettura perfetta per incuriosire il lettore sull'argomento e spingerlo poi ad approfondire tramite altri libri. Devo anche dire che forse questo libro non è invecchiato benissimo, la scrittura risulta un po' appesantita dagli anni.

Una delle cose che mi è più piaciuto è stato il rapporto tra David e Astrid, la moglie del cugino. Astrid inizialmente viene dipinta negativamente, per associazione al marito e al resto della famiglia, ma nel corso della storia è come se si risvegliasse da un lungo sogno e improvvisamente iniziasse davvero a rendersi conto di quanto è terribile la famiglia, soprattutto con David. I due lentamente si avvicinano e lei diventa un punto di riferimento positivo nella grande negatività della famiglia, Astrid diventa sua aiutante e complice e compagna di avventure. Ad un certo punto lei gli propone perfino di andarsene loro due insieme, di costruire una famiglia da zero. Non in senso romantico, ma in modo molto materno, come ha cercato di fare Sirius Black con Harry. Mi è piaciuta molto la sua evoluzione.

Nel complesso è stata una lettura molto piacevole e divertente, ma anche riflessiva, con una narrazione è scorrevole ed intrigante, anche se non brillante come speravo. Certo ha qualche difetto, ma mi ha sicuramente incuriosito. Leggerò qualche altro libro di questa autrice! 
1/2
Non male

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