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lunedì 23 marzo 2020

RECENSIONE | Oh, boy! di Marie-Aude Murail

Oh, boy! di Marie-Aude Murail
Autoconclusivo
Giunti (2019) | 192 | 14 euro

I piccoli Morlevent sono rimasti soli all'improvviso dopo la morte della madre e si sono ritrovati sbattuti in un orfanotrofio con tanti altri bambini nella stessa situazione. Ma non sarà quello il loro destino, ne sono sicuri. Non lasceranno la loro vita in mano a qualcun'altro, rischiando di essere divisi. Così Siméon, quattordicenne superdotato in procinto di diplomarsi, Morgane, otto anni, prima della classe e attaccatissima al fratello, e Venise, cinque anni e boccoli biondi da bambolina, fanno un patto: insieme o la morte. A conti fatti, qualche parente gli è rimasto: una sorella e un fratello maggiori, legati alla precedente relazione del padre, misteriosamente scomparso da anni. Il problema è che Josiane prenderebbe solo Venise, che è così piccola e carina, mentre Bart è un totale irresponsabile e nessun giudice sano di mente li affiderebbe a lui. E in più i due si detestano, rendendo le cose ancora più complicate. Quale sarà il destino dei tre fratelli? Riusciranno a restare insieme?
Recensione
Mi piace molto questa autrice. Di suo ho letto anche Miss Charity, che credo sia la più famosa tra le sue opere, e Nodi al pettine. Tratta sempre temi delicati, di cui è molto importante parlare ai ragazzi, ma lo fa con molta delicatezza e con un pizzico di ironia. Qualche anno fa l'ho incontrata, a Mare di Libri, e mi ha molto colpito. É una tipa un po' bizzarra ed eccentrica, ma è impossibile non amarla. Il suo intervento al festival è stato uno dei miei preferiti, anche se ammetto che il mio francese è un po' arrugginito. É riuscita a far ridere tutta la sala, ma anche a farci venire gli occhi lucidi in più di un'occasione. Lei è un po' così, ironia e battute, ridi, e poi all'improvviso ti ritrovi a piangere. E i suoi libri sono esattamente come lei. Ha la capacità di rimanere sempre leggera, anche quando parla di cose serissime, stemperando anche le situazioni più tristi con un'ironia fresca e mai scontata.

Ho letto Oh,boy! con aspettative piuttosto alte, anche perché è uno dei suoi titoli più famosi, e non mi ha deluso. Questa volta ci presenta una storia familiare un po' complicata, i cui protagonisti sono tre fratelli rimasti soli dopo la morte della madre e che si ritrovano ad affrontare un mondo fatto di orfanotrofi, assistenti sociali e giudici. Uno dei punti di forza sono proprio i suoi tre piccoli protagonisti, tre personaggi davvero ben costruiti, che ho adorato, soprattutto per il loro fortissimo legame. Il più grande è Siméon, quattordici anni, studente prodigio in procinto di diplomarsi con parecchi anni d'anticipo. Non solo molto intelligente, ma anche estremamente maturo per la sua età, forte, indipendente, un ottimo esempio per le sue sorelline minori, di cui si occupa quasi più come un padre che come un fratello. Poi c'è Morgane, lei ha otto anni e come il fratello è estremamente intelligente, la prima della classe. É la classica sorella di mezzo che viene un po' messa da parte e dimenticata dagli adulti, che rimangono più colpiti dalla super intelligenza di Siméon o dalla dolcezza della piccola di casa, ma è una bambina veramente tosta. Infine c'è Venise, cinque anni, una bambolina con gli occhi azzurri che tutti sarebbero felici di avere in casa. Sempre sorridente, dispensa bacini e abbracci ed è sempre in cerca di coccole e complimenti. Una piccola star, capace di far ridere tutta la famiglia con i suoi bacini e la sua disarmante sincerità. I tre fratelli sono legatissimi, sono terrorizzati dall'idea che i servizi sociali possano separarli, per cui fanno di tutto per trovare una nuova casa, qualcuno che li accolga tutti e tre. Si sono promessi di non permettere a nessuno di dividerli, piuttosto meglio morire! Capirete, quindi che hanno preso la cosa molto sul serio.

I candidati? Da una parte c'è Josiane, una rampante donna in carriera quarantenne, con cui non hanno effettivi legami di sangue in quanto lei è figlia della donna con cui stava in precedenza loro padre, che però l'ha legalmente adottata. Dall'altra c'è Barthélemy, un giovane spirito libero un po' scapestrato, loro fratello di sangue da parte di padre. I due all'inizio non ne vogliono sapere niente dei bambini, ma poi piano piano le cose cambiano. Il problema è innanzitutto che tra di loro Josiane e Bart non vanno per niente d'accordo, quindi è un po' come mettere d'accordo due genitori divorziati, e poi hanno piani molto diversi. Josiane sarebbe una buona candidata: ha un bel lavoro, una bella casa, è sposata, non ha figli, è una donna seria ed elegante, ma lei vorrebbe adottare solo Venise, perché è così dolce e carina, la figlioletta dei sogni per chiunque. Bart vorrebbe prenderli tutti, ma non è un granchè come candidato: è giovanissimo, la sua casa è piccola e caotica, il lavoro va e viene, così come anche l'amore, con uomini che entrano e escono dalla sua vita velocemente. Come direbbe lui: oh, boy! E lui poi... bè lui è Bart. Un po' lo ami e un po' lo odi. Immaturo, drammatico, eccentrico, ma anche divertente, fantasioso, emotivo. Io l'ho amato subito, e così anche i piccoli Morlevent. La sua crescita è una delle cose migliori del libro, grazie ai suoi fratelli impara e matura tantissimo, diventa più responsabile e serio, ma senza perdere la sua eccentricità. D'altro canto Josiane, super seria e un po' acidella, nel corso della storia impara a sciogliersi e diventa un po' meno egoista. In questo libro i bambini si dimostrano molto più maturi degli adulti e sono proprio loro ad aiutarli a crescere, più che viceversa.  

Avete già intuito che ci sono molti temi in ballo. Al centro di tutto c'è il drammatico iter che si ritrovano a vivere i bambini orfani, sballottati tra istituzioni, parenti, famiglie affidatarie, prigionieri di una burocrazia sempre troppo complicata. La famiglia quindi è un tema centralissimo. Si parla anche di malattia, ma in questo caso preferisco non approfondire per non fare spoiler. Vi dico solo che l'autrice è riuscita a gestire questa brutta situazione con tanta positività. Nel corso della storia vengono anche affrontati tre temi tabù: violenza domestica, suicidio, adozione omosessuale. Perchè questo libro è un po' una favola sì, ed è sicuramente indirizzato ad un pubblico giovane, ma non per questo pretende che i ragazzi vivano nel mondo degli unicorni. Il mondo può essere bello, ma anche terribile ed è giusto offrire loro gli strumenti per capire ed affrontare qualsiasi situazione, piuttosto che metterli sotto una campana di vetro. Appoggio pienamente la scelta dell'autrice di parlare di questi argomenti, anche se più marginalmente.

Marie-Aude Murail sa parlare benissimo ai ragazzi, ma anche agli adulti. É divertente, ironica, ma non ci risparmia momenti drammatici e cupi. Ci fa ridere, piangere, ci accompagna lungo un percorso di crescita con i suoi personaggi e alla fine, girata l'ultima pagina, ci sarà solo una cosa da dire... Oh, boy!

Bellissimo!

2 commenti:

  1. Ridi e poi ti ritrovi a piangere? Ma benissimo ahah
    Vane, devo dire che la tua recensione mi ha fatto conoscere un romanzo che non conoscevo ma che è davvero il mio genere. Miss Charity e' in WL da una vita... ed ora non so da che romanzo della scrittrice iniziare :3
    Devo dire che i temi affrontati qui non li ho mai trovati in un libro... soprattutto l'adozione e in particolare il problema dell'adozione omosessuale.

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    1. Siii ahah tutto nella norma XD Miss Charity è veramente carino, anche Nodi al pettine mi è piaciuto molto. Devo ancora recuperarne parecchi di questa autrice, ma ormai ha la mia fiducia!

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Grazie per aver letto il mio post ❤
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