Autoconclusivo
Bao Publishing (2019) | 256 pagine | 19 euro
Vera ci prova davvero ad essere come le ragazze americane, ma finisce sempre per essere tagliata fuori, qualsiasi cosa lei faccia. É colpa sua? É colpa della diversa cultura? Ogni anno tutte tornano dalle vacanze raccontando le incredibili avventure vissute in campeggio e lei rimane ad ascoltare invidiosa. Ma poi scopre che esiste un campeggio dedicato agli immigrati russi e convince la sua famiglia a mandarla. Finalmente anche lei andrà in campeggio! Finalmente avrà storie da raccontare, proprio come le altre. E si farà delle amiche! Vera è entusiasta ma una volta arrivata là, le cose non sono belle come immaginava. La vita all'aria aperta è complicata e scomoda, gli altri ragazzi sono tutti più grandi, tutti frequentatori abituali del campo già amici fra di loro, e sembra non ci sia posto per lei nemmeno lì. Forse il problema è lei. Forse deve cambiare. Ma vale la pena cambiare se stessi per gli altri o si rischia di perdersi?
Recensione
Vera Brosgol mi piace proprio. Qualche anno fa ho letto Anya e il suo fantasma, il suo esordio, e mi era piaciuto tantissimo. Mi avevano colpito il suo stile, i toni freddi delle tavole e la storia che si era rivelata molto più creepy di quello che pensavo, sorprendente e piena di colpi di scena. Era riuscita ad attirare subito la mia attenzione. Con Sempre pronti conferma tutto ciò che avevo pensato all'epoca. La adoro. Anche se stavolta si tratta di un genere completamente diverso, mi piace veramente tanto il suo modo di raccontare e sono innamorata dei suoi disegni. Con questa nuova graphic novel ci mostra uno spaccato di vita autobiografico, un racconto ispirato alla sua infanzia di immigrata russa in america.
La piccola protagonista Vera, ispirata all'autrice stessa, si trova ad affrontare una società in cui si sente perennemente tagliata fuori ed emarginata. Guarda con invidia le sue compagne di classe così affiatate, invidia le loro belle case, le loro famiglie unite, i loro giocattoli sempre all'ultima moda, le loro vacanze in campeggio. Lei ci prova a tutti i costi ad entrare nel gruppo, anche dicendo qualche bugia che la faccia sembrare migliore ai loro occhi, ma è tutto inutile. Lei, a differenza loro, vive in una casetta un po' angusta, con due fratelli minori, e la madre, oltre a lavorare, studia duramente per laurearsi e offrire a tutti loro una vita migliore e più agiata. Il padre dopo il divorzio è sparito e di certo non possono permettersi una vacanza in campeggio. La sua vita è molto diversa da quella delle sue compagne. Non importa quanti sforzi faccia, non la tratteranno mai come una di loro. Non per cattiveria, anzi spesso cercano anche di essere gentili, soprattutto Sarah, ma proprio non c'è alchimia, e anche se la invitano alle loro feste di compleanno, Vera finisce sempre in un angolino da sola. Come si può non provare tenerezza per questa bimba? É veramente semplice empatizzare con lei, soprattutto per chi ha alle spalle un'esperienza problematica con i rapporti sociali. Se almeno una volta vi siete sentiti 'quelli strani' vi verrà voglia di abbracciarla. Non c'è niente che non vada in lei, è una semplice ragazzina che vuole delle amiche, ma ci prova così tanto e con così tanto impegno da risultare un po' patetica. Mi ha fatto tanta tenerezza.
Dopo esperimenti sociali e lunghe riflessioni, Vera raggiunge la conclusione che il problema sono le sue origini. Lei viene dalla russa, la sua famiglia ha tradizioni diverse, usi e costumi diversi e per questo è così complicato per lei fare amicizia con le bambine americane, per questo la trovano strana. La situazione vissuta dall'autrice e da tantissime persone in tutto il mondo, non è affatto facile. Essere nati in un luogo e poi trapiantati in un paese estero, anche in giovane età, è sempre un bel pasticcio. Bisogna misurarsi con il razzismo (che non è solo quello verso le persone di colore, chiunque può esserne vittima), con il timore nei confronti del diverso (che non è solo il colore della pelle, ma qualsiasi cosa sia lontana da ciò a cui siamo abituati) ma anche con le barriere culturali. Ogni cultura ha le sue tradizioni, le sue feste, le sue usanze, i suoi piatti tradizionali. Anche la semplice educazione dei bambini può essere molto diversa di paese in paese. Quando manca un background comune a volte può essere difficile entrare in contatto, trovare un punto comune per avvicinarsi e fare amicizia. Questo ovviamente non significa che due bambini di nazionalità diversi non possano essere amici, solo che a volte può essere complicato entrare in un gruppo in cui tu sei l'unico 'diverso' e la presa in gira può essere sempre dietro l'angolo, anche per i motivi più stupidi.
Vera non desidera cambiare ciò che è però è convinta che le sue origini siano parte del suo problema. Ma poi scopre qualcosa di incredibile: esiste un campeggio dedicato solo agli immigrati russi. Questo campeggio per Vera diventa l'evento della vita. Mesi e mesi di preparativi, l'immaginazione che galoppa pensando a tutte le avventure che vivrà e alle amiche che si farà. É talmente entusiasta, che quasi quasi sarei voluta partire perfino io con lei. Ovviamente, le cose non andranno come immagina, anche lì si sentirà isolata e finirà per mettersi in mezzo ai guai più volte nel tentativo di compiacere gli altri. Ma questo campeggio le porterà una lezione importantissima: il problema non sono mai state le sue origini, il problema è che ha sempre cercato di impressionare gli altri con piani calcolati e bugie inutili, invece il trucco era semplicemente essere se stessa, con le sue passioni, le sue idee, la sua personalità. E una volta imparata questa lezione, Vera troverà la cosa che più desidera al mondo: un'amica.
Graficamente, mi è piaciuto veramente tanto. Adoro lo stile dell'autrice e mi piace che i toni delle tavole cambino ogni volta a seconda dell'atmosfera che vuole trasmettere. Mentre in Arya e il suo fantasma le tavole erano azzurre, cupe e glaciali, questa storia ambientata in mezzo ai boschi ha i toni del marroncino/verdino che fanno subito pensare alla vita in campeggio e all'estate. I disegni sono bellissimi, mi è piaciuta tanto soprattutto l'ambientazione nel bosco. Non ne so nulla di campeggio, ma mi sembrava davvero di essere lì, di sentire il calore del sole e l'odore delle foglie. L'autrice ha saputo mettere in luce gli aspetti peggiori del campeggio, quelli più disgustosi e umilianti, ma anche quelli divertenti e spensierati della vita a contatto con la natura. Ha fatto davvero un ottimo lavoro.
La piccola protagonista Vera, ispirata all'autrice stessa, si trova ad affrontare una società in cui si sente perennemente tagliata fuori ed emarginata. Guarda con invidia le sue compagne di classe così affiatate, invidia le loro belle case, le loro famiglie unite, i loro giocattoli sempre all'ultima moda, le loro vacanze in campeggio. Lei ci prova a tutti i costi ad entrare nel gruppo, anche dicendo qualche bugia che la faccia sembrare migliore ai loro occhi, ma è tutto inutile. Lei, a differenza loro, vive in una casetta un po' angusta, con due fratelli minori, e la madre, oltre a lavorare, studia duramente per laurearsi e offrire a tutti loro una vita migliore e più agiata. Il padre dopo il divorzio è sparito e di certo non possono permettersi una vacanza in campeggio. La sua vita è molto diversa da quella delle sue compagne. Non importa quanti sforzi faccia, non la tratteranno mai come una di loro. Non per cattiveria, anzi spesso cercano anche di essere gentili, soprattutto Sarah, ma proprio non c'è alchimia, e anche se la invitano alle loro feste di compleanno, Vera finisce sempre in un angolino da sola. Come si può non provare tenerezza per questa bimba? É veramente semplice empatizzare con lei, soprattutto per chi ha alle spalle un'esperienza problematica con i rapporti sociali. Se almeno una volta vi siete sentiti 'quelli strani' vi verrà voglia di abbracciarla. Non c'è niente che non vada in lei, è una semplice ragazzina che vuole delle amiche, ma ci prova così tanto e con così tanto impegno da risultare un po' patetica. Mi ha fatto tanta tenerezza.
Dopo esperimenti sociali e lunghe riflessioni, Vera raggiunge la conclusione che il problema sono le sue origini. Lei viene dalla russa, la sua famiglia ha tradizioni diverse, usi e costumi diversi e per questo è così complicato per lei fare amicizia con le bambine americane, per questo la trovano strana. La situazione vissuta dall'autrice e da tantissime persone in tutto il mondo, non è affatto facile. Essere nati in un luogo e poi trapiantati in un paese estero, anche in giovane età, è sempre un bel pasticcio. Bisogna misurarsi con il razzismo (che non è solo quello verso le persone di colore, chiunque può esserne vittima), con il timore nei confronti del diverso (che non è solo il colore della pelle, ma qualsiasi cosa sia lontana da ciò a cui siamo abituati) ma anche con le barriere culturali. Ogni cultura ha le sue tradizioni, le sue feste, le sue usanze, i suoi piatti tradizionali. Anche la semplice educazione dei bambini può essere molto diversa di paese in paese. Quando manca un background comune a volte può essere difficile entrare in contatto, trovare un punto comune per avvicinarsi e fare amicizia. Questo ovviamente non significa che due bambini di nazionalità diversi non possano essere amici, solo che a volte può essere complicato entrare in un gruppo in cui tu sei l'unico 'diverso' e la presa in gira può essere sempre dietro l'angolo, anche per i motivi più stupidi.
Vera non desidera cambiare ciò che è però è convinta che le sue origini siano parte del suo problema. Ma poi scopre qualcosa di incredibile: esiste un campeggio dedicato solo agli immigrati russi. Questo campeggio per Vera diventa l'evento della vita. Mesi e mesi di preparativi, l'immaginazione che galoppa pensando a tutte le avventure che vivrà e alle amiche che si farà. É talmente entusiasta, che quasi quasi sarei voluta partire perfino io con lei. Ovviamente, le cose non andranno come immagina, anche lì si sentirà isolata e finirà per mettersi in mezzo ai guai più volte nel tentativo di compiacere gli altri. Ma questo campeggio le porterà una lezione importantissima: il problema non sono mai state le sue origini, il problema è che ha sempre cercato di impressionare gli altri con piani calcolati e bugie inutili, invece il trucco era semplicemente essere se stessa, con le sue passioni, le sue idee, la sua personalità. E una volta imparata questa lezione, Vera troverà la cosa che più desidera al mondo: un'amica.
Graficamente, mi è piaciuto veramente tanto. Adoro lo stile dell'autrice e mi piace che i toni delle tavole cambino ogni volta a seconda dell'atmosfera che vuole trasmettere. Mentre in Arya e il suo fantasma le tavole erano azzurre, cupe e glaciali, questa storia ambientata in mezzo ai boschi ha i toni del marroncino/verdino che fanno subito pensare alla vita in campeggio e all'estate. I disegni sono bellissimi, mi è piaciuta tanto soprattutto l'ambientazione nel bosco. Non ne so nulla di campeggio, ma mi sembrava davvero di essere lì, di sentire il calore del sole e l'odore delle foglie. L'autrice ha saputo mettere in luce gli aspetti peggiori del campeggio, quelli più disgustosi e umilianti, ma anche quelli divertenti e spensierati della vita a contatto con la natura. Ha fatto davvero un ottimo lavoro.
♥♥♥♥
Bellissimo!
Bellissimo!
Non lo conoscevo, aggiunto subito in TBR ^^!
RispondiEliminaMi fa piacere ♥ Dai un'occhiata anche ad Anya e il suo fantasma della stessa autrice, veramente molto bello, anche se il genere è completamente diverso!
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