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mercoledì 31 ottobre 2018

Review Party | Armada di Ernest Cline

Armada di Ernest Cline
Autoconclusivo
DeA Planeta (2018) | 430 pagine | 17 euro

Zack è cresciuto ossessionato dal fantasma di un padre morto giovanissimo in modo tragico e nonostante non abbia ricordi di lui sente di conoscerlo, perchè è per tutta la vita si è circondato dei suoi oggetti, ha guardato i suoi film preferiti, ascoltato le sue cassette, letto i suoi diari. Proprio grazie al padre si è appassionato di videogiochi ed è diventato un gamer. É riuscito perfino ad entrare nella top 10 dei migliori giocatori al mondo di Armada, un simulatore in cui i giocatori devono difendere la terra dagli alieni. Ma tra i diari del padre ha trovato anche segni di follia: pagine e pagine di teorie complottiste sul governo, gli alieni, i videogiochi, tutto collegato in modo febbrile e delirante. La parte più sconvolgente è che è tutto vero. Gli alieni stanno per attaccare il pianeta dopo una guerra segreta durata quarant'anni e stavolta c'è bisogno dell'aiuto di tutti, soprattutto dei gamer, addestrati inconsapevolmente da Armada. 
 
 Recensione
Ho amato alla follia Ready Player One, credo sia stato uno dei miei preferiti del 2018, e sicuramente è uno dei libri più originali, ben strutturati e appassionanti che abbia letto negli ultimi anni, quindi mi sono approcciata a questo nuovo lavoro dell'autore con reverenziale timore e grande entusiasmo! Forse mi aspettavo troppo, ma non sono rimasta altrettanto incantata da Armada. Intrigante ed originale, senza dubbio, ma non posso nascondere che il libro ha molti problemi. Mi è piaciuto, ma non quanto speravo. L'ho letto volentieri, ma non ne sono rimasta folgorata. Poteva essere migliore. Poteva essere epico come il suo predecessore, ma qui non ho visto lo stesso slancio di genialità che ha reso Ready Player One un capolavoro. Mi è piaciuto, ma non posso nascondere di essere un po' delusa.

Armada è ambientato in un presente che potrebbe essere il nostro, in un 2018 su cui incombe una minaccia aliena di cui tutti sono inconsapevoli. Zack è un adolescente incerto sul futuro e ossessionato dal passato e dalla morte di un padre mai conosciuto, che gli ha lasciato un'eredità fatta di videocassette sci-fi, musica rock e videogiochi, che sono diventati la sua più grande passione. La storia ruota intorno al mondo della fantascienza, con decine e decine di citazioni a videogiochi, film, serie tv appartenenti al genere, un po' come accadeva in Ready Player One con la cultura pop anni '80. Ma se nel suo primo lavoro Cline è riuscito ad incuriosire il lettore, dando un contorno efficace e piacevole alle sue citazioni, rendendole parte della storia, stavolta tende ad annoiare, soprattutto nella prima parte. Sarà che non sono una grande amante dei classici della fantascienza, sarà che non conoscevo la maggior parte delle cose di cui parlava, ma stavolta l'ho trovato un po' soporifero. In realtà la cosa si nota soprattutto all'inizio, tra sfilze infinite di nomi più o meno famosi, ma poi si fa meno fastidiosa, soprattutto perchè pagina dopo pagina la storia di Zack si fa sempre più appassionante. Una storia che funziona bene, una trama interessante, uno scenario che mi ha subito intrigato per la sua originalità. Zack scopre che il suo videogioco preferito in realtà è sempre stato un vero simulatore di guerra alieno e che grazie a tutte le ore di pratica sarà in grado di aiutare per davvero a difendere il suo pianeta. Penso sia un po' il sogno di ogni gamer. La finzione che entra nel mondo reale, poter dimostrare che il talento con i videogiochi vale qualcosa davvero, mettersi alla prova, avere un riconoscimento che non sia un mero punteggio. L'idea è fantastica e l'ho adorata. Mi ha entusiasmato. Ma credo che non sia stata sviluppata al meglio delle sue possibilità.

Quali sono i problemi del libro? Innanzitutto la narrazione copre un arco temporale di sole 24 ore. Questo non è necessariamente un difetto, ma per come l'ha gestito Cline lo è un po' diventato perchè spesso la narrazione risulta statica e ripetitiva. Attesa, combattimento, fuga. Ho trovato anche molto noiose le infinite descrizioni delle battaglie spaziali. Pagine e pagine minuziose e dettagliate di esplosioni, droni, manovre acrobatiche. Ma questo potrebbe essere un problema mio, perchè è lo stesso per qualsiasi genere di scontro. Se la cosa viene tirata troppo per le lunghe tendo ad annoiarmi e mi viene in mente quella puntata dei Griffin in cui Peter combatte per metà del tempo con un pollo. Ma gli amanti del genere credo apprezzeranno. Inoltre in un arco di tempo così breve è veramente difficile affezionarsi ai personaggi, conoscerli veramente. Non che i personaggi non fossero interessanti, anzi trovo che da quel punto di vista Cline abbia fatto un buon lavoro, mettendo insieme un gruppo vario ed intrigante, composto da individui che appartengono a svariate fasce d'età, a paesi lontani, a situazioni familiari molto varie, dotati di personalità molto diverse l'una dall'altra. Però abbiamo così poco tempo per conoscerli, che alla fine vedere morire qualcuno di loro non commuove o tocca il lettore più di tanto.

Di idee brillanti Ernest Cline ne ha avute molte. Anche stavolta è riuscito a sorprendermi piacevolmente in più occasioni, con colpi di scena e rivelazioni inaspettate. Ho adorato il worldbuilding che ha creato in questo romanzo, la tecnologia avanzata che viene utilizzata, tra droni, robot e incredibili macchine aliene, e mi è piaciuta moltissimo la storia della lunga e misteriosa guerra aliena. Ho adorato il fatto che il libro riflettesse su tutti i clichè assurdi della fantascienza, sguazzandoci apertamente. Se la narrazione fosse stata un po' più leggera e veloce, invece di essere appesantita da quintali di citazioni, a volte un po' inutili, e da pagine e pagine di battaglie minuziose, lo avrei apprezzato molto di più. Ammetto anche di non essere rimasta pienamente soddisfatta dal finale. É stata una svolta sicuramente interessante, ma forse mi aspettavo qualcosa di più. O per essere più precisi il colpo di scena finale è arrivato troppo tardi. In Ready Player One Cline era riuscito veramente a lasciarmi a bocca aperta e avevo ammirato il modo in cui era riuscito ad intessere un intreccio tanto complesso e ben costruito. Stavolta invece la mia reazione è stata molto più tiepida. L'idea mi è piaciuta, e proprio perchè mi è piaciuta avrei voluto vedere di più, sapere di più, quando invece è stato tutto liquidato in poche pagine.

In conclusione, una lettura piacevole e coinvolgente, che però non si è rivelata all'altezza delle aspettative che l'autore aveva lasciato dietro di sè con il suo precedente romanzo. Se amate la fantascienza pura, le lotte intergalattiche, la tecnologia, le battaglie contro gli alieni e i videogiochi, questo libro farà sicuramente al caso vostro. Decisamente originale e intrigante. Ma spero che in futuro Cline torni a sfruttare il potenziale che ha già dimostrato di possedere! So che può fare di più!

 
½ Non male

"Stavo guardando fuori dalla finestra dell’aula, come al solito immerso in avventure a occhi aperti, quando vidi un disco volante" 

"Per tutta la vita ho sentito di essere destinato a qualcosa di importante, ma sono sempre stato bravo solo nei videogiochi, una competenza che avevo sempre ritenuto inutile. Invece non lo è, e non lo sono neanch’io. Penso che questo sia sempre stato il mio destino. È solo che non lo sapevo."

1 commento:

  1. Ciao! Io sono rimasta delusissima da questo libro ç.ç (trovi la mia recensione qui).
    Prima di tutto l’istant love odioso nel quale è caduto anche il nostro Ernest, autore che avevo così apprezzato in Ready Player One ç.ç
    Poi mi è sembrato un libro scritto davvero di fretta e mi dispiace, perché ai miei occhi rende Armada nient'altro che un romanzetto perfetto per cavalcare l’onda del successo dell’altro romanzo dell’autore. Peccato.
    Rainy

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