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giovedì 7 maggio 2020

RECENSIONE | La vita in due di Nicholas Sparks

La vita in due di Nicholas Sparks
Autoconclusivo 
Sperling & Kupfer (2017) | 504 pagine | 19,90 euro

Guardando la sua vita dall'esterno, è impossibile non invidiare Russell: ha un lavoro che ama, una famiglia deliziosa, una bella casa. Ma quando la moglie Vivian decide di tornare a lavorare, piano piano le cose cambiano. All'improvviso lui si ritrova con una neonata agenzia pubblicitaria che fatica a decollare e una bambina di cinque anni da gestire da solo. La sua vita, prima tutta ufficio e appuntamenti, si trasforma in una continua corsa tra le lezioni di ballo e quelle di tennis, la sua mente, prima perennemente impegnata alla ricerca dello spot pubblicitario giusto, ora vaga tra mille idee per tenere impegnata la piccola London. Nonostante le difficoltà iniziali, padre e figlia creano una loro impeccabile routine, piena di divertimento e amore. Ma più loro due si avvicinano, più Vivian si allontana, presa da un lavoro che la porta via di casa sempre più spesso. I litigi si moltiplicano, le incomprensioni aumentano, fino a che non resta che London a legarli... ma basterà?
Recensione
Speravo che non arrivasse mai questo giorno, ma alla fine è successo. Mi ritrovo a dover bocciare un libro di Nicholas Sparks, uno di quegli autori che per me è sempre stato una certezza, uno di quelli che compravo a scatola chiusa e che in tanti anni non mi ha mai deluso. Ma uno scivolone prima o poi capita a tutti, concediamoglielo. Anche se è uno scivolone bello grosso. Non è solo un libro poco brillante o noioso, è proprio brutto, e ho fatto una fatica immensa ad arrivare in fondo. Che ti successo? Mi dispiace dirlo, ma voglio essere onesta. Niente favoritismi, neanche se sei Nicholas Sparks.

Che problemi ha questo libro? Tanti. Innanzitutto la lunghezza, più di 500 pagine. Che possono essere poche se devi raccontare un'avventura piena di draghi, magie e piani malvagi, ma possono diventare troppe, veramente troppe, se hai una trama di base inconsistente come questa. Questo libro è di una noia abissale. Nella prima metà del libro si ripetono le stesse cose ancora e ancora e ancora. La stessa routine, le stesse situazioni, le stesse scene allo sfinimento. Sono arrivata a metà con così tanta fatica che per qualche attimo mi è balenata per la mente l'idea di abbandonare tutto e lasciare perdere. É faticoso, stancante, lento, non finisce mai e non succede niente che possa giustificare 500 pagine. Almeno la metà delle pagine avrebbero potuto essere eliminate e la storia non ne avrebbe sofferto, anzi, forse sarebbe stato un libro leggermente migliore. L'ho trovato vuoto, mi ha dato la sensazione di essere stato confezionato un po' di fretta giusto per rispettare una scadenza o un contratto, senza anima.

La trama, come dicevo, è veramente inconsistente e banale. Vivian e Russell sono una coppia che sta insieme ormai da diversi anni e da quando hanno avuto la loro bambina, London, lei è rimasta a casa a fare la mamma e la casalinga e lui si è dedicato al lavoro. Il loro equilibrio si spezza quando lui si licenzia per mettersi in proprio, con risultati deludenti, e lei decide che è il momento di tornare a lavoro, solo che invece di un tranquillo part-time si ritrova a fare orari folli con tanto di trasferte. Russell deve quindi reinventarsi papà casalingo tuttofare. Al centro di tutto ci sono il rapporto tra Russell e Vivian, che è al capolinea e lo si capisce dopo poche pagine, e quello tra Russell e London, che è assolutamente adorabile ma non basta a reggere il libro. Russell è costruito per risultare un personaggio affascinante, un uomo in carriera, un bravo papà, un uomo dolce e romantico, il sogno di ogni donna, ma invece finisce per essere davvero irritante. L'ho trovato insopportabile. Cerca di evitare a tutti i costi i conflitti, riducendosi a fare lo zerbino. Resta lì a farsi urlare contro e a guardare la moglie che si allontana sempre di più senza fare nulla, senza reagire, senza lottare. Si lascia trascinare dagli eventi, mette la testa sotto la sabbia e insiste per portare avanti un matrimonio che non funziona facendo finta di niente. E poi si piange addosso. L'ho trovato un po' patetico e per niente affascinante. Uno dei personaggi maschili più mediocri e inutili creati dalla penna di Sparks. Vivian non è certo meglio, ma lei è la 'cattiva' della storia, quindi è ovvio che non venga dipinta positivamente.

Un altro problema del libro è che è banale e prevedibile. Dopo pochi capitoli entra in scena una ex di Russell, il suo più grande rimpianto, una donna con cui andava tutto alla perfezione, con cui è finita per uno stupido errore. Da una parte una moglie orribile con cui le cose vanno male, dall'altra un'ex dei bei tempi andati. Secondo voi come finirà? La tira così tanto per le lunghe che arrivi a non poterne più. É frustrante. Parliamo poi del finale, che per me è un grande immenso no. Sparks è sempre stato celebre per i suoi finali drammatici e io ammetto di avere sempre avuto un debole per quelle emozioni che faceva emergere, dolorose ma belle. Mi faceva piangere tutte le mie lacrime ma alla fine chiudevo il libro sospirando. Perché era bello, aveva senso, doveva andare così. Qui invece sembra che arrivato ad un certo punto abbia pensato 'Bene, cosa posso fare per dare un po' di dramma a questa storia?' Lo immagino con dei bigliettini con i nomi dei personaggi da una parte e con tutte le malattie o disgrazie possibili dall'altra. Ho trovato il finale forzato, creato apposta per far piangere il lettore. Buttandola sul dramma magari avremmo dimenticato quanto era brutto il libro. Ma no, non ha funzionato. 

Ho trovato solo due elementi positivi in queste 500 pagine di sofferenza. Uno è London. É una bambina adorabile, tenera, fantasiosa, che ama il mondo e ha un entusiasmo contagioso. Vederla entrare in scena mi dava sempre un po' di forza in più per continuare la lettura, perché se fosse stato solo per i suoi genitori onestamente avrei defenestrato il libro quasi subito. Lei mi ha veramente conquistato il cuore. L'altro  sono Marge e Liz, la sorella di Russell e la sua compagna. Non ricordo di aver mai visto personaggi omosessuali nei precedenti libri di Sparks, quindi sono molto felice di questo passo. La loro era una storia d'amore migliore, unite, affiatate, complici, e sarebbero state delle protagoniste molto più interessanti, invece sono state sprecate come personaggi secondari di una storia che non aveva nulla da dire. Cosa vogliamo fare Sparks? Ci diamo una regolata? Spero che la prossima volta andrà meglio, non deludermi! 

Così così

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