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lunedì 16 marzo 2020

RECENSIONE: La tessera della biblioteca di Jerry Spinelli

La tessera della biblioteca di Jerry Spinelli
Racconti
Mondadori (2011) | 171 pagine | 9 euro

Quattro racconti, quattro protagonisti uniti da un filo comune: la tessera della biblioteca, un cartoncino qualunque, che nelle mani giuste può essere la chiave per aprire un mondo di conoscenza, curiosità, scoperte. Può allontanarti dalle cattive compagnie e spingerti verso un futuro migliore, può far risvegliare la tua mente dal torpore televisivo e farti riscoprire chi sei davvero, può aiutarti a rivivere dolci emozioni mai dimenticate o farti conoscere un'amica speciale nel posto più sperduto. La biblioteca è un'oasi in cui trovare riparo, a volte inaspettatamente. A volte perfino chi non ha mai letto un solo libro al mondo può trovare la sua salvezza proprio tra le pagine, che siano quelle di una conturbante storia d'amore o quelle di un'enciclopedia di curiosità sul mondo animale. L'importante è avere sempre a portata di mano la tessera della biblioteca. Ma non preoccupatevi, se non l'avete, sarà sempre lei a trovarvi nel momento del bisogno.
Recensione
Entrare in biblioteca per me è sempre stato magico, meglio che entrare in libreria. Quando ero piccola nel mio paese non ne avevamo una, fino ai miei dieci anni l'unica esperienza che avevo avuto era stata durante una vacanza in città ospite di una cugina. Mia zia mi portava un giorno sì e uno no a rifornirmi e per me era un sogno diventato realtà. Ricordo ancora mensole e mensole delle Ragazzine e del Club delle babysitter! Quanto avevo invidiato mia cugina! Quando finalmente l'hanno aperta nel mio paese per me è stato meglio di Pasqua e Natale messi insieme. Era proprio di fronte alla scuola, quindi passavo quasi tutti i giorni. Prendevo un libro, lo divoravo e lo riconsegnavo per prenderne subito un altro. Ero sempre li. Credo che la bibliotecaria segretamente mi odiasse perché ogni giorno per colpa mia le toccava compilare un sacco di scartoffie, visto che all'epoca non si faceva nulla con il computer e c'erano solo moduli cartacei e un grosso registro. Con il tempo mi sono spostata in biblioteche più grandi, ora ne frequento ben due e sono (quasi) sicura che nessun bibliotecario mi odi più, ora che ci sono i computer che fanno tutto il lavoro. Camminare tra gli scaffali, lasciandoti guidare dall'istinto, sapendo che puoi prendere tutto ciò che vuoi... cosa c'è di meglio? Spero che il paradiso sia più o meno così.

Il libro di oggi parla di quattro ragazzi che in un modo o nell'altro vengono in contatto con la biblioteca e con la magia dei libri grazie ad una misteriosa tessera della biblioteca che appare loro nel momento del bisogno. Non leggo spesso raccolte di racconti, troppo brevi per i miei gusti, finisce sempre che ne vorrei sapere di più, ma devo dire che in questo caso mi sono divertita molto e ho trovato tutti i racconti molto piacevoli. Anche se il tema è comune, i protagonisti sono molto diversi tra di loro e affrontano situazioni molto varie. I temi trattati sono parecchi: la dipendenza dalla tecnologia, l'amicizia, quella tossica che ti porta su una cattiva strada, ma anche quella bella e sana che ti dà la forza nelle situazioni più brutte, solitudine. Ci sono racconti che mi sono piaciuti di più, altri di meno, ma nel complesso è stata un'ottima lettura. Jerry Spinelli è un autore per ragazzi molto famoso, mi ha sempre incuriosito ma non mi era mai capitato di leggere qualcosa di suo. É stato un ottimo primo incontro!  

Ma spendiamo due parole sui singoli racconti. Il protagonista del primo è Mangusta, nome d'arte, che insieme all'amico Donnola passa i suoi pomeriggi a rubacchiare nei supermercati e scrivere sui muri. É Donnola che trascina Mangusta, che in realtà lo segue solo per paura di rimanere solo e non apprezza molto i loro passatempi. Un giorno il ragazzo trova a terra la tessera della biblioteca e decide di farci un salto, e questo cambia tutto, apre davanti a lui un mondo intero. Di Mangusta ho adorato la curiosità sconfinata, prima assopita e soffocata dalle amicizie sbagliate che gli facevano credere che per essere figo e accettato dagli altri dovesse fare determinate cose e comportarsi da piccolo ribelle, poi finalmente libera. É come se all'improvviso il ragazzo si fosse svegliato da un lungo sonno. La stessa cosa succede anche a Brenda, la protagonista del secondo racconto, che è il mio preferito.  Teledipendente, organizza la sua vita intorno alla programmazione tv, e non è la sola tra i suoi compagni. La situazione è talmente grave che la scuola da ordine a tutte le famiglie di spegnerla per una settimana per disintossicare i ragazzi. Brenda la vive malissimo. Poi un giorno, proprio sul tavolino dove prima c'era la tv, appare un cartoncino misterioso: la tessera della biblioteca. E lì trova un libro su di lei, pieno di informazioni che aveva dimenticato. Il racconto sulla sua vita finisce nell'istante in cui Brenda ha acceso la tv per la prima volta. Le pagine sono vuote. Come se accendendo la tv lei si fosse spenta. E ora proprio come Mangusta anche lei deve svegliarsi, ricominciare a vivere e a scrivere le pagine della sua storia. In questo racconto c'è un pizzico di magia che me l'ha fatto davvero adorare. Il racconto della rinascita di Brenda è davvero dolce, tenero, delicato. Scopriamo che assopita dentro a quella ragazzina con lo sguardo fisso sullo schermo c'è un piccolo uragano di allegria e voglia di vivere. Mi ha emozionato.

Il terzo racconto ha come protagonista Sonseray, che vive on the road con lo zio dopo che la madre è morta per overdose. É un ragazzino complicato, violento, attaccabrighe e a causa sua sono costretti spesso a scappare da una città all'altra. Un giorno però entra in biblioteca. Non legge, non prende in prestito nulla, ma assiste alle letture a voce alta per i bimbi piccoli e cerca tra gli scaffali un libro in particolare. All'inizio questo racconto non mi stava piacendo molto, il protagonista è veramente un piccolo piantagrane antipatico, ma alla fine, l'ho rivalutato. É un racconto molto triste e malinconico che parla di amore tra madre e figlio e ruota intorno ad un libro che è l'unico filo sottile a cui aggrapparsi per tenere stretti quei pochi preziosi ricordi rimasti. Infine l'ultimo racconto parla di April, una ragazzina che si trasferisce da New York nella sperduta campagna e non ne è molto entusiasta. É un'appassionata lettrice, ma non ci sono biblioteche in città. O lo pensa finché non finisce sul bibliobus. Proprio lì incontra una ragazza più grande, Nanette, che nonostante l'antipatia iniziale finisce per raccontarle del suo amore per il fidanzato che la sta aspettando per sposarla. Le due si salutano, ma restano in contatto. April ha capito che Nanette non sta vivendo una bella situazione, che ha bisogno di un'amica così continua a scriverle sempre, anche quando non riceve risposta. Questo racconto finale è all'apparenza molto allegro e spensierato, ma parla in moto molto delicato di depressione e malattia mentale e di come l'amicizia possa essere un'ancora di salvezza.

In conclusione, una gran bella lettura, che tocca varie situazioni e tematiche, guardandole con gli occhi di quattro diversi protagonisti accomunati da un misterioso cartoncino che nel momento del bisogno li ha condotti tutti nello stesso posto magico. Una lettura molto piacevole, divertente, ma a tratti anche molto commovente e delicata. Piccole storie tratteggiate in modo semplice e lineare, con quel pizzico di magia e mistero qui e là. Leggerò sicuramente altro di questo autore!

Bellissimo!

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