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sabato 27 aprile 2013

RECENSIONE | Il canto di Penelope di Margaret Atwood

Il canto di Penelope di  Margaret Atwood
Rizzoli | 160 pagine | 13 Euro

Conosciamo la storia di Penelope. Ha aspettato pazientemente il ritorno del marito Ulisse per vent'anni mentre lui era impegnato nella guerra di Troia e successivamente in viaggio per tornare a Itaca. Giorno dopo giorno ha tessuto la tela, promettendo ai suoi pretendenti che appena la avesse finita avrebbe preso una decisione e si sarebbe risposata, per poi disfare il suo lavoro ogni notte. Ma stavolta è lei a raccontare la sua storia. Ora che è morta non teme più gli dei e può finalmente dire la sua verità, narrando la sua storia dall'oltretomba. La Penelope dolce e paziente nasconde un lato oscuro, tormentato e arrabbiato, e sente il bisogno di fare chiarezza, affiancata dalle sue dodici ancelle, morte per mano di Ulisse, e dal loro triste canto. Ci racconta la sua storia partendo dall'infanzia, ci racconta i dubbi e le insicurezze di una giovane donna che vive nell'ombra della cugina, il matrimonio, la lunga assenza del marito durante la quale lei ha dovuto occuparsi di tutto, dimostrando la sua intelligenza e la sua preparazione,


Recensione

Fin da piccola ho un grande amore per i miti greci, per la guerra di Troia, l'Iliade, l'Odissea, gli Dei e personaggi come Achille e Ulisse. Sono storie che affascinano e in giro ci sono molti bellissimi libri che rivisitano questi classici da punti di vista nuovi o con un linguaggio più moderno. Questo è uno di quelli. Quello di Penelope è un punto di vista nuovo e interessante grazie al quale scopriamo risvolti della storia finora mai raccontati

La narrazione si svolge su due tempi: il presente, in cui Penelope è morta e si ritrova nell'oltretomba, e il passato, con il racconto della sua vita. La narrazione è intercalata dal Coro delle dodici fidate ancelle di Penelope, morte impiccate per mano di Ulisse. La donna, finalmente libera di parlare sinceramente senza preoccuparsi di ripercussioni da parte degli Dei o degli uomini, ripercorre la sua storia fin dalla nascita. Parla del tentativo di suo padre di affogarla, parla della freddezza di sua madre, della sua delusione nel constatare che i ragazzi erano attirati più dalla bellezza della cugina Elena che dal suo cervello, fino al matrimonio con Ulisse. Con lo scoppio della guerra di Troia arriva la parte più triste della sua storia: la solitudine e la lunga attesa del ritorno del marito.

Penelope si rivela una donna molto intelligente e si occupa molto saggiamente delle proprietà della famiglia dimostrando le sue capacità a chi fino ad allora ne aveva dubitato. Questo lato della sua personalità è stato raramente messo in luce, spesso Penelope viene descritta solo come una moglie affranta che attende giorno e notte l'amato marito, e vederla sotto questo punto di vista mi ha ricordato molto Clitennestra , la sorella di Elena, un'altra donna con più cervello che bellezza che si è impegnata molto per dimostrarsi capace ed intelligente anche in campi tipicamente maschili, come la politica e l'amministrazione dei beni e dei terreni. A quel tempo insomma le cose non erano poi tanto diverse da ora: un bel visetto ti apre molte porte, forse perfino troppe, è il caso di Elena, che con la sua bellezza ha scatenato perfino una guerra, ma se non sei stato benedetto con questa fortuna devi rimboccarti le maniche per far vedere quanto vali, come Penelope e Clitennestra, due donne con forte personalità che hanno dimostrato di non essere solo mogli e madri. Sia Penelope che Clitennestra sono un po' il prototipo di donna in carriera di oggi e hanno dimostrato che anche una donna può occuparsi di questioni importanti con saggezza

Tornando a Penelope, passati i primi dieci anni a Troia, Ulisse ne impiega altri dieci per tornare a casa e la poveretta deve destreggiarsi per tenere a bada i giovani pretendenti, interessati a sposarla solo per le sue ricchezze. Le sue uniche alleate che ha sono le sue dodici ancelle che si occupano da un lato di intrattenere i pretendenti e di spiarli e dall'altro di aiutarla con l'inganno della tela. Si da molto spazio alla storia delle ancelle a alla loro tragica fine. Di loro solitamente non si parla mai perché hanno fatto una brutta ed ingiusta fine proprio per colpa di Ulisse e Penelope ne è rimasta distrutta. 

La narrazione è scorrevole e intrigante, alcuni punti sono un po' lenti, ma nonostante questo incuriosisce e non annoia mai perché ci da un inedito punto di vista femminile su tutta la storia. Penelope finalmente ci rivela la sua verità, ribellandosi alla classica versione che la vuole perfetta come figlia, madre e moglie.

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