Autoconclusivo
DeA Planeta (2019) | 350 pagine | 16 euro
Copia digitale fornita dall'editore
Nel Regno, il parco a tema più incredibile che sia mai stato creato, i sogni diventano realtà. I visitatori possono scegliere di rivivere le avventure narrate nei loro libri preferiti, di passare una giornata immersi nel medioevo, di andare a trovare le belle sirene della laguna o di godersi un indimenticabile safari in compagnia di animali estinti o bizzarri incroci creati in laboratorio. Ma l'attrazione principale del Regno sono le Fantasiste, sette incantevoli principesse create e programmate al solo scopo di rendere felici gli ospiti del parco. Bellissime, sorridenti, perfette. Ana è una di loro. Ama il Regno, le sue sorelle e adora regalare sorrisi e attenzioni ai bambini, ma da qualche tempo ha iniziato a mettere in discussione la sua stessa vita. L'incontro con Owen, un dipendente del parco, fa scattare in lei dubbi e sentimenti mai provati e quando lui sparisce e lei viene accusata di averlo ucciso, non le resta che combattere per la verità e scoprire cosa nascondono davvero gli scintillanti cancelli del Regno.
Recensione
Se fate una piccola ricerca sul mio blog scoprirete una recensione risalente ai miei primi mesi da blogger, ben sei anni fa, in cui vi parlavo di Storia catastrofica di te e di me di Jess Rothenberg, un meraviglioso young adult sull vita dopo la morte a cui avevo dato cinque meritate stelline. Da allora la Rothenberg non aveva scritto più nulla e mi ero un po' dimenticata di lei, fino a quando non mi è finita sotto gli occhi la stupenda copertina del suo nuovo libro, il suo atteso ritorno. Immaginate la mia felicità quando ho scoperto che sarebbe uscito anche da noi, anzi, che sarebbe addirittura uscito prima in italiano che in inglese. Se non è una gioia questa! Dopo aver letto la trama mi sono detta che dovevo assolutamente leggerlo appena fosse uscito perchè dalla trama sembrava proprio il libro perfetto per me. E così ho fatto. Il mio responso? Valeva sicuramente la pena aspettare qualche anno, se il risultato è stato questo.
A catturarmi prima di tutto è stato il luogo in cui è ambientato il libro: il Regno, un incredibile parco a tema. Nella mia testa ha preso forma come una sorta di Disneyland ancora più bella, più grande, più magica. Le moderne tecnologie hanno permesso la creazione di un luogo che lascia davvero a bocca aperta, pieno di attività divertenti ed esperienze che vanno al di là di ogni fantasia. Spettacoli in cui le sirene si esibiscono tra gli animali acquatici, avventure medievali, safari tra gli animali estinti, parate ed esibizioni. C'è perfino la possibilità di rivivere in prima persona la trama del proprio libro preferito. Questo vorremmo farlo tutti. Insomma, quando varchi i cancelli del Regno, ogni sogno può diventare realtà. Lo ammetto, sono rimasta veramente incantata da questo luogo. Almeno all'inizio. Nel Regno gli ospiti possono assistere a magie così pure, così incantevoli, che quasi si dimenticano che in realtà si tratta solo di avanzatissima tecnologia. Ogni creatura che popola il parco non è che frutto dei suoi moderni laboratori, ogni animale, ogni cucciolo e soprattutto ogni leggiadra e sorridente Fantasista. Non sono altro che un ammasso di carne e microchip, programmati per comportarsi in un certo modo, per sorridere, correre, far divertire la gente, rimpiazzabili in qualsiasi momento appena si presenta il primo malfunzionamento. Ma davvero queste creature sono prive di sentimenti? Davvero non sono in grado di pensare, di ragionare, di decidere per conto loro? É proprio questo uno dei perni centrali della nostra storia. Dove si pone il limite tra essere umano e macchina?
Ana, la protagonista, ci appare fin da subito un personaggio molto interessante e più la conosciamo, più entriamo in sintonia con lei, più fatichiamo a considerarla una macchina. I suoi pensieri evolvono, si allontanano dalla mera sequenza di dati prendendo una propria forma, fino a concretizzarsi in pensieri, dubbi, incertezze del tutto fuori dal controllo della sua programmazione. É come se lentamente si svegliasse da un lungo sonno, perdendo lungo la strada parte della sua innocenza e della sua ingenuità, ma acquisendo coscienza di sè. Combatte i pensieri che sfuggono al suo controllo, all'inizio li teme e li allontana, ma poi arriva ad abbracciarli, a trarne forza. A colpire è soprattutto il modo in cui Ana viene percepita. Dagli ospiti del parco: una fanciulla perfetta, dolce e ingenua. Dai proprietari del parco: un ammasso di cavi da cui trarre profitto. Da noi: un enigma. É sicuramente un personaggio con un'evoluzione molto interessante, più imprevedibile di quello che ci si potrebbe aspettare. Ho amato in particolar modo il suo rapporto con Nia, la sorella a cui è più affezionata. Lei è l'unica con cui Ana condivide i suoi dubbi, grazie al loro linguaggio in codice, e sono molto simili per molti aspetti. Ana si sente in dovere di proteggerla, dato che è l'ultima arrivata, e si comporta con lei proprio come una vera sorella maggiore. Eve invece è la sorella con cui Ana ha più contrasti. É invidiosa di alcuni privilegi che le sono concessi in quanto Fantasista più anziana e la considera molto arrogante e saccente, una che vuole sempre primeggiare e avere le cose migliori per sè. L'affetto che Ana nutre per Nia e l'astio nei confronti di Eve, sono per lei fonte di grandi dubbi e incertezze. Ogni nuovo forte sentimento che si ritrova a provare la scombussola.
Nessuno però la scombussola quanto Owen. Il modo in cui si ritrova a scandagliare la folla alla ricerca del suo viso tra mille altri, la sensazione che prova quando questo accade, la confusione totale che la assale quando lui le è vicino. Lui più di tutti le fa dubitare di se stessa, perchè una macchina come lei non dovrebbe provare sentimenti. Un mostro, come la chiamano spesso, non dovrebbe provare sentimenti. Eppure, eccoli lì. Il loro è un rapporto che nasce un passo alla volta, creando ad entrambi non pochi problemi. Un rapporto bizzarro, che non ha senso di esistere, ma che non per questo ha meno valore, non per questo non merita di essere vissuto e sentito. Ma fin dalle prime pagine è chiaro che un lieto fine è impossibile per loro. Perchè il libro si apre con l'omicidio di Owen, e Ana è accusata di essere la sua carnefice. Una premessa decisamente inaspettata.
La struttura della narrazione è sicuramente uno dei punti di forza di questo libro. Tutto comincia con un salto indietro nel tempo di due anni e procede a ritroso, avvicinandosi sempre di più al presente. Un'idea vincente, che ha reso le lettura appassionante e coinvolgente. Più o meno ad ogni capitolo, ne segue uno costituito da un verbale, un interrogatorio, una mail, la trascrizione di una telefonata o la cronaca della registrazione di una telecamera di sorveglianza. Questo espediente ha dato una marcia in più alla narrazione, arricchendola e dando alla vicenda uno sguardo a 360 gradi. Se il libro avesse avuto una struttura più lineare, non mi avrebbe appassionato allo stesso modo. La scelta dell'autrice è stata perfetta per questo genere di storia.
Un altro dei punti di forza del libro è che dà ampio spazio a molti temi delicati e problematiche che è bene condividere con i giovani lettori. Le belle androidi rappresentano alla perfezione l'idea della donna oggetto che ancora oggi è così difficile eliminare. Donne belle, innocenti, ingenue, di cui l'uomo ha il pieno controllo. L'autrice non ci va leggera, parla di stupri e abusi e lancia un messaggio potente: ragazze, ribellatevi. Non a caso è proprio quello che fanno alcuni dei personaggi femminili del suo libro. Sempre attraverso le Fantasiste, cerca anche di sdoganare l'idea di bellezza e diversità: le androidi sono tutte incredibilmente belle, ma anche incredibilmente diverse tra di loro. Ognuna di loro incarna una bellezza differente, con tratti somatici e colori che rappresentano tutto il mondo, la speranza di un mondo unito, di nazioni legate come sorelle, in cui la diversità è un tesoro e non un motivo di farsi la guerra. L'autrice lancia un grido di allarme anche nei confronti del clima. Fuori dal Regno, le cose non vanno molto bene. Alle Fantasiste non è possibile accedere a nessuna informazione esterna alla loro rete, perchè le vogliono sempre sorridenti e felici, ma tra guerre, fame, catastrofi naturali, i problemi non mancano. Tra questi, a causa dei cambiamenti climatici, moltissime specie animali si sono estinte e ora l'unico modo per vederle dal vivo è quello di ammirare gli ibridi del parco. La cosa non è poi così lontana dalla realtà purtroppo, visto che ogni anno che passa nuove specie si aggiungono alla lista di quelle estinte. E non è così facile rimpiazzarli. Tra le righe la Rothenberg ha voluto trattare temi delicati e interessanti e secondo me l'ha fatto nel modo migliore.
In conclusione, sono veramente entusiasta di questo libro. Un'avventura ricca di spunti di riflessione ambientata in un futuro che non sembra poi così lontano, in una sorta di Disneyland che all'apparenza è tutta fiori ed unicorni ma che in realtà esce dritta da un film dell'orrore. Appassionante, ben strutturato, originale e ricco di colpi di scena. Ho trovato spaventosamente affascinante, ma allo stesso tempo inquietante, ogni aspetto tecnologico e moderno di questa vicenda e lo stesso posso dire del Regno. Da una parte mi incanta e mi piacerebbe visitarlo, ma dall'altro... me ne sto a casa senza problemi! Quasi dimenticavo, il finale è pazzesco, completamente inaspettato, mi ha lasciato a bocca aperta. Ho finito il libro pienamente soddisfatta. Vi ho incuriosito? Spero di sì. Merita sicuramente una possibilità ;)
A catturarmi prima di tutto è stato il luogo in cui è ambientato il libro: il Regno, un incredibile parco a tema. Nella mia testa ha preso forma come una sorta di Disneyland ancora più bella, più grande, più magica. Le moderne tecnologie hanno permesso la creazione di un luogo che lascia davvero a bocca aperta, pieno di attività divertenti ed esperienze che vanno al di là di ogni fantasia. Spettacoli in cui le sirene si esibiscono tra gli animali acquatici, avventure medievali, safari tra gli animali estinti, parate ed esibizioni. C'è perfino la possibilità di rivivere in prima persona la trama del proprio libro preferito. Questo vorremmo farlo tutti. Insomma, quando varchi i cancelli del Regno, ogni sogno può diventare realtà. Lo ammetto, sono rimasta veramente incantata da questo luogo. Almeno all'inizio. Nel Regno gli ospiti possono assistere a magie così pure, così incantevoli, che quasi si dimenticano che in realtà si tratta solo di avanzatissima tecnologia. Ogni creatura che popola il parco non è che frutto dei suoi moderni laboratori, ogni animale, ogni cucciolo e soprattutto ogni leggiadra e sorridente Fantasista. Non sono altro che un ammasso di carne e microchip, programmati per comportarsi in un certo modo, per sorridere, correre, far divertire la gente, rimpiazzabili in qualsiasi momento appena si presenta il primo malfunzionamento. Ma davvero queste creature sono prive di sentimenti? Davvero non sono in grado di pensare, di ragionare, di decidere per conto loro? É proprio questo uno dei perni centrali della nostra storia. Dove si pone il limite tra essere umano e macchina?
Ana, la protagonista, ci appare fin da subito un personaggio molto interessante e più la conosciamo, più entriamo in sintonia con lei, più fatichiamo a considerarla una macchina. I suoi pensieri evolvono, si allontanano dalla mera sequenza di dati prendendo una propria forma, fino a concretizzarsi in pensieri, dubbi, incertezze del tutto fuori dal controllo della sua programmazione. É come se lentamente si svegliasse da un lungo sonno, perdendo lungo la strada parte della sua innocenza e della sua ingenuità, ma acquisendo coscienza di sè. Combatte i pensieri che sfuggono al suo controllo, all'inizio li teme e li allontana, ma poi arriva ad abbracciarli, a trarne forza. A colpire è soprattutto il modo in cui Ana viene percepita. Dagli ospiti del parco: una fanciulla perfetta, dolce e ingenua. Dai proprietari del parco: un ammasso di cavi da cui trarre profitto. Da noi: un enigma. É sicuramente un personaggio con un'evoluzione molto interessante, più imprevedibile di quello che ci si potrebbe aspettare. Ho amato in particolar modo il suo rapporto con Nia, la sorella a cui è più affezionata. Lei è l'unica con cui Ana condivide i suoi dubbi, grazie al loro linguaggio in codice, e sono molto simili per molti aspetti. Ana si sente in dovere di proteggerla, dato che è l'ultima arrivata, e si comporta con lei proprio come una vera sorella maggiore. Eve invece è la sorella con cui Ana ha più contrasti. É invidiosa di alcuni privilegi che le sono concessi in quanto Fantasista più anziana e la considera molto arrogante e saccente, una che vuole sempre primeggiare e avere le cose migliori per sè. L'affetto che Ana nutre per Nia e l'astio nei confronti di Eve, sono per lei fonte di grandi dubbi e incertezze. Ogni nuovo forte sentimento che si ritrova a provare la scombussola.
Nessuno però la scombussola quanto Owen. Il modo in cui si ritrova a scandagliare la folla alla ricerca del suo viso tra mille altri, la sensazione che prova quando questo accade, la confusione totale che la assale quando lui le è vicino. Lui più di tutti le fa dubitare di se stessa, perchè una macchina come lei non dovrebbe provare sentimenti. Un mostro, come la chiamano spesso, non dovrebbe provare sentimenti. Eppure, eccoli lì. Il loro è un rapporto che nasce un passo alla volta, creando ad entrambi non pochi problemi. Un rapporto bizzarro, che non ha senso di esistere, ma che non per questo ha meno valore, non per questo non merita di essere vissuto e sentito. Ma fin dalle prime pagine è chiaro che un lieto fine è impossibile per loro. Perchè il libro si apre con l'omicidio di Owen, e Ana è accusata di essere la sua carnefice. Una premessa decisamente inaspettata.
La struttura della narrazione è sicuramente uno dei punti di forza di questo libro. Tutto comincia con un salto indietro nel tempo di due anni e procede a ritroso, avvicinandosi sempre di più al presente. Un'idea vincente, che ha reso le lettura appassionante e coinvolgente. Più o meno ad ogni capitolo, ne segue uno costituito da un verbale, un interrogatorio, una mail, la trascrizione di una telefonata o la cronaca della registrazione di una telecamera di sorveglianza. Questo espediente ha dato una marcia in più alla narrazione, arricchendola e dando alla vicenda uno sguardo a 360 gradi. Se il libro avesse avuto una struttura più lineare, non mi avrebbe appassionato allo stesso modo. La scelta dell'autrice è stata perfetta per questo genere di storia.
Un altro dei punti di forza del libro è che dà ampio spazio a molti temi delicati e problematiche che è bene condividere con i giovani lettori. Le belle androidi rappresentano alla perfezione l'idea della donna oggetto che ancora oggi è così difficile eliminare. Donne belle, innocenti, ingenue, di cui l'uomo ha il pieno controllo. L'autrice non ci va leggera, parla di stupri e abusi e lancia un messaggio potente: ragazze, ribellatevi. Non a caso è proprio quello che fanno alcuni dei personaggi femminili del suo libro. Sempre attraverso le Fantasiste, cerca anche di sdoganare l'idea di bellezza e diversità: le androidi sono tutte incredibilmente belle, ma anche incredibilmente diverse tra di loro. Ognuna di loro incarna una bellezza differente, con tratti somatici e colori che rappresentano tutto il mondo, la speranza di un mondo unito, di nazioni legate come sorelle, in cui la diversità è un tesoro e non un motivo di farsi la guerra. L'autrice lancia un grido di allarme anche nei confronti del clima. Fuori dal Regno, le cose non vanno molto bene. Alle Fantasiste non è possibile accedere a nessuna informazione esterna alla loro rete, perchè le vogliono sempre sorridenti e felici, ma tra guerre, fame, catastrofi naturali, i problemi non mancano. Tra questi, a causa dei cambiamenti climatici, moltissime specie animali si sono estinte e ora l'unico modo per vederle dal vivo è quello di ammirare gli ibridi del parco. La cosa non è poi così lontana dalla realtà purtroppo, visto che ogni anno che passa nuove specie si aggiungono alla lista di quelle estinte. E non è così facile rimpiazzarli. Tra le righe la Rothenberg ha voluto trattare temi delicati e interessanti e secondo me l'ha fatto nel modo migliore.
In conclusione, sono veramente entusiasta di questo libro. Un'avventura ricca di spunti di riflessione ambientata in un futuro che non sembra poi così lontano, in una sorta di Disneyland che all'apparenza è tutta fiori ed unicorni ma che in realtà esce dritta da un film dell'orrore. Appassionante, ben strutturato, originale e ricco di colpi di scena. Ho trovato spaventosamente affascinante, ma allo stesso tempo inquietante, ogni aspetto tecnologico e moderno di questa vicenda e lo stesso posso dire del Regno. Da una parte mi incanta e mi piacerebbe visitarlo, ma dall'altro... me ne sto a casa senza problemi! Quasi dimenticavo, il finale è pazzesco, completamente inaspettato, mi ha lasciato a bocca aperta. Ho finito il libro pienamente soddisfatta. Vi ho incuriosito? Spero di sì. Merita sicuramente una possibilità ;)
♥♥♥♥½ Bellissimo!
È interessante sentire le storie che la gente si racconta. Il modo in cui prendono la verità e la modellano nella forma che vogliono, come se scolpissero un pezzo di creta. L’ho visto fare tante volte nel parco, ho visto plasmare la verità in un modo o nell’altro. [...] Naturalmente il mondo non conosce la verità su nessuno di quegli episodi. Così come non sa degli accordi stragiudiziali che sono serviti per far sparire quelle notizie. Ma le notizie possono sparire. Le storie si possono riscrivere. Ricostruire. Riformulare. Alla fine non importa di cosa parla una storia. Importa solo chi la racconta.
Passate a leggere anche le recensioni delle mie colleghe!
Sono contenta che l'entusiasmo per questo libro abbia contagiato tutte quante e che ti sia piaciuto così tanto! Non sapevo che avessi letto e recensito anche l'altro suo libro e andrò a leggere senz'altro il tuo parere perché io sono indecisa sulla sua lettura.
RispondiEliminaChe bello non essere l'unica ad aver letto Storia catastrofica di te e di me *__*
RispondiEliminaConcordo su tutto, soprattutto sugli spunti di riflessione che porta a fare.