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giovedì 19 aprile 2018

RECENSIONE | Ti chiamo sul fisso - Rainbow Rowell

Ti chiamo sul fisso di Rainbow Rowell
Autoconclusivo
Piemme  (2017) | 352 pagine | 18,50 euro

Georgie è una madre, una moglie e una donna di successo, nonchè un'autrice televisiva sempre sotto stress. A causa del super lavoro, il suo rapporto con il marito non è più roseo come un tempo e dopo l'ennesimo litigio lui parte per passare le feste natalizie in visita ai genitori, portandosi dietro i figli. Senza di lei. La lascia alle sue riunioni, al suo lavoro, che tante volte è risultato essere più importante di loro, della sua famiglia. Sconfortata per come stanno andando le cose, Georgie si rifugia a casa dei genitori e qui si ritrova tra le mani il telefono fisso della sua camera d'infanzia. Ed è allora che succede qualcosa di incredibile. A rispondere alla sua chiamata è Neal, suo marito, ma non è il Neal che è partito arrabbiato poche ore prima. É il Neal di quindici anni prima. Il Neal felice e innamorato che stava per chiederle di sposarlo. Il Neal che l'aveva scelta. Un ragazzo così diverso dall'uomo che era diventato dopo tutta l'amarezza che lei gli aveva causato. Che sia un segno? C'è ancora un modo per sistemare le cose tra di loro e rimediare a tanti anni di mancanze?

Recensione
Con Rainbow Rowell ho un rapporto fatto di alti e bassi. Ho amato Attachments e Eleanor e Park (che in Italia sono usciti con i titoli Per l'amore basta un click e Per una volta nella vita), così come il suo racconto natalizio contenuto nell'antologia My True Love Gave to Me, ma ho detestato di cuore l'osannato Fangirl, a tal punto che mi sono rifiutata di leggere Carry On. Quindi ho affrontato Landline, uscito in Italia qualche mese fa con il titolo Ti chiamo sul fisso, con sincera curiosità. Avrebbe alimentato il mio lato più critico rendendo più aspra la nostra crisi? O avrebbe riportato il sereno nel nostro rapporto? Non resistete all'idea di saperlo eh? Ebbene, non mi è piaciuto. Lo so che questa donna è amatissima, e nella maggior parte delle occasioni non posso che essere d'accordo, ma a volte ha dei brutti scivoloni. Con Fangirl non avevo sentito molti pareri concordi con il mio pensiero, mentre stavolta ho visto molte recensioni che riassumevano gli stessi punti che ora vado ad illustrarvi. Quindi non sono sola. Anche se non l'apprezzo sempre, continuerò comunque a leggere quest'autrice sperando che i suoi prossimi lavori siano migliori, perchè in lei c'è qualcosa di speciale.

Sono sempre molto affascinata dalle riflessioni che girano intorno ad un 'E se..?', penso che sia nella natura umana interrogarsi sempre e comunque sulle nostre azioni. Un solo piccolo gesto può cambiare la nostra vita. Una scelta può portarci in una direzione completamente diversa. Ogni grande evento dipende dalle decisioni prese in precedenza, piccole e grandi. Per questo mi piaceva molto l'idea di una donna ormai adulta messa di fronte alla possibilità di cambiare il proprio passato, prendere un'altra direzione, allontanarsi da quel presente che forse era frutto di uno sbaglio. E come? Con un vecchio telefono capace di collegarsi con il passato, un telefono che le permette di parlare con una versione più giovane del marito, che ancora sta vivendo un periodo della vita in cui tutto può cambiare. Una sola parola, e lui avrebbe potuto allontanarsi, invece di chiederle di sposarlo. Una sola parola, e il presente avrebbe potuto essere completamente diverso. Lei è assalita dai dubbi. Quel matrimonio era davvero la cosa giusta per loro? Farebbe di nuovo le stesse scelte nonostante tutto? E soprattutto, può ancora salvare quell'amore che con il tempo si è spento? Ho adorato l'idea del telefono magico. Un oggetto semplice, vintage quanto basta, d'uso quotidiano, trasformato in una fonte di meraviglia e stupore. Un'espediente da cui partire per fare belle riflessioni sul cambiamento e sul tempo che passa.

Uno dei problemi principali è che la storia non ha una grande evoluzione. Georgie va a lavoro, tenta di telefonare al marito ma non ci riesce mai per un motivo o per un altro, si perde in lunghi flashback e parla con il Neal del passato dal telefono fisso. Non succede molto altro. É molto ripetitivo, continua a ripresentare gli stessi scenari dall'inizio alla fine. All'inizio la curiosità del lettore è catturata dalla magica bizzarria in cui si imbatte la protagonista, ma non c'è niente di magico in questa storia. Ho fatto molta fatica a proseguire con la lettura, trascinandomi a fatica pagina dopo pagina in attesa di qualche evento degno di nota. Invano. Georgie è sconclusionata e non combina niente. Litiga con il marito perchè a causa del lavoro non può partire per le vacanze natalizie con la famiglia, dovrebbe restare chiusa in ufficio a lavorare 24 ore al giorno perchè ha avuto la grande occasione della sua vita, una possibilità per la serie tv che progetta da anni e solo dieci giorni per preparare tutto, invece si addormenta, arriva tardi in ufficio o non si presenta proprio, è distratta, per niente produttiva. Praticamente lascia tutto sulle spalle di Seth, il suo socio. Avrei voluto prenderla per le spalle e scuoterla un po'. Un personaggio estremamente frustrante, capace solo di piangersi addosso e lamentarsi. Georgie non mi è proprio piaciuta. In realtà, nessuno dei personaggi mi ha fatto impazzire. Non Neal, che risulta troppo musone e distaccato, nè Seth, che al contrario ricorda un cagnolino scodinzolante. Pessima anche l'idea del triangolo tra loro, giusto abbozzato per portare un po' di scompiglio, ma mai davvero preso in considerazione. 

Se dovessi scegliere una parola per descrivere questo libro direi piatto. L'idea è originale, ma non è stata sviluppata come speravo. Cercavo il tocco delicato del realismo magico, la magia che entra nella vita di tutti i giorni, ma ho trovato solo noia. Riprovaci ancora Rainbow, andrà meglio!

Così così

A ventitré anni non te ne rendi conto.
Non ti rendi conto di cosa significhi entrare nella vita di un’altra persona e restarci. Non capisci in quanti modi finirete per attorcigliarvi l’uno all’altra, per fondervi pelle contro pelle. Non conosci l’effetto che vi farà l’idea di separarvi dopo cinque, dieci, quindici anni. Pensare al divorzio adesso, per Georgie equivaleva a immaginare lei e Neal distesi fianco a fianco su due tavoli operatori e circondati da un’équipe di medici intenti a districare il loro apparato vascolare.
Ma a ventitré anni non se ne rendeva conto.

3 commenti:

  1. Ciao, anche a me non è piaciuto molto questo romanzo per gli stessi motivi che hai elencato nel tuo post. Peccato, perchè la base non era male...

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  2. Uno dei peggiori romanzi letti lo scorso anno.
    Mamma mia, che fatica.

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  3. Che peccato, pensavo fosse più appassionante.

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Grazie per aver letto il mio post ❤
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