Autoconclusivo
De Agostini (2016) | 288 pagine | 14,90 Euro
Dopo una rottura è sempre difficile trovare un modo per tornare a vivere, per incanalare quel dolore in qualcosa di buono e ricominciare a pensare prima di tutto a se stessi. Lo sa bene River che è stato abbandonato lontano da casa con il cuore a pezzi dalla sua ormai ex ragazza Penny, il sole intorno a cui girava tutto il suo mondo. La soluzione a tanto dolore gli appare nella forma di un'insegna sbiadita che recita Il "Club delle seconde occasioni". Un segno del destino? Tutto quello che desidera è una seconda possibilità con la ragazza che ama ed è pronto a tutto pur di ottenerla. Anche a mentire. Pur di restare in quel gruppo, in cui scoprirà ci sono problemi molto più gravi di un cuore spezzato, River inizia a costruire un complesso castello di bugie che rischia di crollare da un momento all'altro. Ma ne vale la pena? Vuole davvero una seconda occasione con Penny o quello di cui ha davvero bisogno è dare una seconda possibilità a se stesso?
Recensione
Non ci siamo proprio. Oggi vi parlo di un libro che mi ha decisamente deluso! Alla sua uscita mi aveva stuzzicato, ma poi era passato in secondo piano come accade spesso a molti libri, finendo da qualche parte nella mia lunghissima wishlist. Mi dicevo che l'avrei letto, ma continuavo a rimandare. L'idea mi sembrava carina e di tanto in tanto mi capitava di ripensarci, così alla fine, dopo aver sentito il parere positivo di alcuni miei colleghi, ho finalmente deciso di dare un'occasione a Dana Reinhardt. Ma temo che, a differenza del suo protagonista, lei non ne avrà una seconda con me. Vi chiederete come mai. É davvero così terribile? No, non è così disastroso. É ben scritto, fluido, veloce e tutto sommato piacevole. Posso capire come possa essere piaciuto a molti, posso capire i commenti positivi. Ma con me non ha funzionato. C'è qualcosa di estremamente sbagliato e fuori luogo alla base della storia.
River è un adolescente alle prese con uno dei grandi dolori che prima o poi tutti ci ritroviamo ad affrontare: un cuore spezzato. Solo che invece di fare quello che farebbe qualsiasi ragazzo normale - piangere, sfogarsi con gli amici, strappare le foto, ubriacarsi, prendere a pugni il muro all'occorrenza - lui decide di entrare in un gruppo di aiuto per ragazzi problematici. Lo attira l'insegna, che recita "Il club delle seconde occasioni" e prima che possa fare altro, si trova in mezzo a ragazzi con VERI problemi, dipendenza dalla droga o dall'alcol, disturbi alimentari o compulsivi. Preso alla sprovvista da quanto siano gravi e seri i problemi degli altri rispetto al suo, finisce per millantare un'inesistente dipendenza dalla droga, pur di rimanere. Sul serio? Non starò a sottolineare quanto mi sembra assurdo ed esagerato tutto questo. Questo genere di gruppi esistono perchè chi ha problemi simili non è in grado di uscirne da solo, bisogna essere seguiti, aiutati, bisogna parlarne, sfogarsi, tirare fuori tutto e andare alla radice del problema. E sono problemi seri. Questa gente non ha tempo di scherzare e giocare con un ragazzino che è stato scaricato dalla fidanzata. Aveva bisogno di parlare e sfogarsi? Perchè non l'ho fatto con i suoi amici come tutti? Invece ha pensato che fosse una buona idea mentire a tutti. Ha mentito alla famiglia, ai suoi amici, e soprattutto ai ragazzi del gruppo di supporto. Se ci fosse andato una volta, avrei potuto passarci su, ma lui ha continuato. É diventato amico di quei ragazzi. Ha iniziato a frequentarli anche fuori dal gruppo. Si è preso una cotta per una di loro. E nonostante questo ha continuato a non dire nulla. A mentire, mentire, mentire, sprofondando sempre di più in un mare di bugie. Non sono riuscita a giustificare il suo comportamento, molto grave a mio parere. Essendo questa la situazione su cui poggia tutto il libro, è stato per me impossibile apprezzarlo. Non sono proprio riuscita ad entrare in questa storia.
River e le sue decisioni sono il grande problema di "Il club delle seconde occasioni". É un personaggio scialbo, debole. Uno zerbino ai piedi della sua ragazza, che dimentica gli amici e vive solo per lei. E che una volta rimasto solo va nel pallone. Gli sembra di non aver più ragione per vivere e diventa pure un po' inquietante, sfiorando il limite dello stalking. Non ha un minimo di carattere. Per farvi capire quanto poco mi sia piaciuto River, mi sono ritrovata a parteggiare per Penny, che aveva tutte le ragioni del mondo per lasciarlo. Ha avuto un comportamento che non mi è piaciuto per tutta la durata del libro, prendendo tutte le decisioni sbagliate che poteva prendere. Non accetta la fine della sua storia, si ossessiona, si presenta a casa di Penny con varie scuse, tra fiori e zuppe, insiste fino all'esasperazione, usando addirittura la sua innocente sorellina per riavvicinarsi. Aiuto. Sono riuscita ad empatizzare più con lei, che con lui. Che ansia.
E quando si prende una cotta per Daphne, una dei suoi compagni di dipendenza, si comporta comunque da imbecille, dimostrando di non aver imparato nulla dai suoi errori. Continua a mentire e nel giro di poco tempo si butta in questa relazione, nonostante sia ancora confuso e ferito per quella precedente. E la stressa, si accolla. É senza speranza. Non c'è una singola cosa che abbia fatto come si deve. Prendete appunti, perchè questo libro è una sorta di guida su come NON conquistare una ragazza. Prendete quello che fa River e fate l'esatto opposto. Non dico che sia stata una brutta lettura, ma ha toccato argomenti delicati in un modo che personalmente non mi è piaciuto. Mettiamoci poi un protagonista veramente lontano dal mio ideale di uomo, nel carattere e nel comportamento, e la frittata è fatta. Una
cosa però la devo dire: i personaggi secondari sono tutti molto
interessanti e ben caratterizzati. River? Una sfida persa in partenza.
Ma i ragazzi del gruppo di sostegno mi hanno molto incuriosito. Avrei
voluto sentire meno piagnistei e sapere di più su tutti loro. Se la storia fosse stata incentrata sulle persone che ha conosciuto, sui problemi che hanno affrontato, sulle loro storie, piuttosto che su questo inutile dramma amoroso, sarebbe stata tutta un'altra cosa.
Un'occasione sprecata. Non è stato proprio il libro adatto a me.
♥♥ Così così
«Come pensi di risolverla, River?»
«Non lo so, non credo che stavolta basteranno dei fiori.»
«I fiori non bastano mai. Sono squallidi. E per chi sarebbero, comunque? Daphne? È di lei che ti importa? Che mi dici degli altri?»
«Hai ragione. Ma cosa devo fare? Non so che fare.»
Mi appoggiò la mano sulla testa, accarezzandomi in modo da farmi capire che alla fine si sarebbe sistemato tutto fra noi. E anche con tutti gli altri, speravo.
«Quello che devi fare, River, è crescere.»
Di questo libro non avevo mai sentito parlare, e dop aver letto la recensione credo proprio che continuerò ad ignorarle u_u
RispondiEliminaEcco, diciamo che se proprio devi piangere perchè ti sei persa qualche libro per strada, non piangere per questo x°D
EliminaDi questo libro ho proprio un ricordo bruttino eh, non mi prese per niente!:( concordo con la tua valutazione!
RispondiEliminaNon sono sola allora, sigh :/
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