Ciao a tutti! Tra un temporale e l'altro (ma quanto sta piovendo ultimamente? Alla faccia della primavera!) eccomi qui a proporvi la seconda delle tre interviste che ho avuto la possibilità di fare a Rovigoracconta qualche settimana fa! E' stato davvero divertente giocare alla giornalista :)
La protagonista di questo post è Sara Rattaro, che si è dimostrata davvero carina e disponibile! A Rovigoracconta è venuta a presentare la sua ultima creatura Splendi più che puoi, che tratta il delicato tema della violenza domestica. Unite dall'universo femminile in tutte le sue sfaccettature, Irene Cao e Francesca Visentin l'hanno accompagnata e hanno presentato un'antologia comune dando vita ad una presentazione tutta al femminile davvero ben riuscita. A seguire trovate l'intervista e un riassunto dei temi trattati durante l'incontro, oltre che un regalino per voi! Spero vi piaccia! :)

Quando ho iniziato ho impiegato sei anni a trovare qualcuno che mi leggesse. A leggermi è stato un piccolo editore milanese che nel 2010 ha pubblicato Sulla sedia sbagliata. Da lì, in questi cinque anni è successo di tutto. Ho pubblicato altri romanzi, sono passata subito ai grandi editori, prima la Giunti e ora la Garzanti, e sono arrivata a vincere il Premio Bancarella. E' stato un excursus velocissimo in così poco tempo, per me era inimmaginabile, incredibile, e molto emozionante. Cos'è cambiato? Posso dirti cos'è rimasto uguale: io scrivo sempre di cose che mi interessano, che mi emozionano molto. Prima arriva la storia, poi scrivo il manoscritto e lo faccio leggere all'editore. Non accetto suggerimenti, per ora riesco a mantenere questa libertà, quindi non seguo storie che potrebbero vendere nè strizzo l'occhio alle mode. Ovviamente ho imparato a fare la scrittrice. Il mio primo romanzo non era il romanzo di una scrittrice, ma di una persona che amava scrivere. Poi con il contatto con dei professionisti, con il mondo dell'editoria, editor, piano piano ho imparato ad autocorreggermi, a costruire più facilmente le cose. Spero di essere migliorata, almeno dal punto di vista tecnico, poi quello che mi tengo stretto è l'emozione.
Quanto tempo ci metti a scrivere un libro in media?
Molto poco. Aspetto sempre che la storia arrivi tutta. Quando ho tutta la storia devo solo trovare il tempo fisico di sedermi e farlo. Splendi più che puoi è stato un libro che ha avuto una genesi di un mese e mezzo. Prima ci sono stati sei mesi di pensieri, costruzioni, idee, immagini, sofferenza, ma la parte scritta è veloce.
Qual è finora la soddisfazione più grande che hai avuto come scrittrice?
Come riconoscimento, il Premio Bancarella. Chi l'avrebbe mai immaginato? Ma la soddisfazione più grande sono le mail dai miei lettori, soprattutto adesso con Splendi più che puoi, ricevo tantissime mail di donne, grandi, giovani, ragazze, che si riconoscono, anche parzialmente, in quello che racconto, che mi dicono semplicemente grazie. Questo mi ripaga di qualsiasi cosa. Mi rendo conto di aver affrontato un tema forte, ma che è stato compreso. Spero che arrivi per quello che è, cioè il fatto che ci si può salvare dalla violenza.
Ti è mai capitato di mettere in un tuo personaggio, magari anche secondario, qualcosa di te, del tuo carattere, delle tue passioni?
C'è sempre qualcosa di me nei personaggi. Per esempio Enrica in Niente come è te è un chimico, io sono biologa, quindi questa passione per la scienza un po' c'è. In realtà credo di mettere molto questa mia passione per il mondo scientifico proprio nel modo in cui scrivo, sono un po' chirurgica e molto asciutta, che è forse più tipico delle menti scientifiche che di quelle letterarie.
Da blogger ti chiedo, leggi mai le recensioni dei tuoi libri?
Certo! Devo dire che leggo tante cose carine. Affrontando dei temi forti magari non c'è mai la stroncatura reale, perchè magari si apprezza lo sforzo di aver affrontato un tema di cui si parla poco. Non si può piacere a tutti, questa è la regola fondamentale. Ma questo non lo insegna la scrittura, lo insegna la vita. Io faccio la scrittrice da poco, ero già grande, avevo già preso i miei no. Sono contenta di quello che si dice di me in giro, mi sembra di aver instaurato un ottimo rapporto sia con le blogger che con i miei lettori, di cose atroci non ne leggo.
E dai tuoi lettori all'estero hai contatti?
Sì, soprattutto dalla Spagna. E' il paese in cui sono un po' più conosciuta, anche se non come in Italia. I libri sono andati bene e sono stati tradotti tutti. Ho una pagina anche in spagnolo su Facebook e lì un po' di contatti arrivano. E' molto interessante. Parlo un po' spagnolo, un po' mi arrangio. Poi gli spagnoli sono un po' come noi, non si offendono se non sei precisa, comprendono le difficoltà. Però è divertente.
Amare le donne, Odiare le donne è il tema dell'incontro a cui Sara Rattaro partecipa con Irene Cao e Francesca Visentin. La Rattaro inizia raccontando com'è nato il suo ultimo libro, Splendi più che puoi: una sua lettrice l'ha avvicinata alla fine di una presentazione e le ha raccontato la sua storia, che l'ha colpita a tal punto che è tornata a trovarla ed è rimasta ospite a casa sua per qualche giorno. Questa donna è stata per lei grande fonte di ispirazione. Aveva un messaggio da trasmettere, anzi, da urlare. Lei è riuscita a reagire e ad uscire dalla violenza in cui era sprofondata. Ora è padrona della sua vita. E' stata una vera rinascita, che l'autrice tramite il suo libro spera dia forza ad altre nella stessa situazione. Le sue colleghe Irene Cao e Francesca Visentin invece presentano un'antologia comune, Io sono il nordest, che riunisce diciotto autrici in un progetto di Veneto, Trentino e Fiuli, con una serie di brevi racconti di tematica femminile. E' un progetto che vuole dare voce alle donne, portare speranza e mostrare una diversità in cui tutti possono riconoscersi. Inoltre parte del ricavato delle vendite del libro andrà ad associazioni che si occupano di violenza contro le donne.
La violenza sulle donne è stato appunto l'argomento centrale dell'antologia e dell'incontro, in tutte le sue forme e le sue manifestazioni. Un argomento delicato, che le vittime faticano a denunciare e la cui legislazione è molto recente. Irene Cao ne parla nel suo racconto, per cui ha messo a frutto un'idea che aveva da tempo. Si tratta di un racconto in parte autobiografico, ispirato a sua mamma e sua nonna. Nel racconto sono presentati tre quadri, tre donne unite dalla solitudine, dai mariti assenti, dall'attesa, dalla paura che l'altro non ritorni. La violenza di cui parla non è fisica, ma psicologica. Anche Francesca Visentin, giornalista curatrice della raccolta e autrice di uno dei racconti, prende la parola sull'argomento, spronando la donna a far valere i suoi diritti, nella vita personale, nel lavoro, nella società. In particolare mette enfasi sul fatto che la donna deve imparare a dire di no, perchè anche un piccolo no può scatenare una reazione incredibile. ''Non è rivoluzionario parlare d'amore, ma amare.''
Spero che il post vi sia piaciuto! Concludo con un regalino per voi, una copia autografata di uno dei libri più apprezzati di Sara Rattaro, Un uso qualunque di te :)
Qual è finora la soddisfazione più grande che hai avuto come scrittrice?
Come riconoscimento, il Premio Bancarella. Chi l'avrebbe mai immaginato? Ma la soddisfazione più grande sono le mail dai miei lettori, soprattutto adesso con Splendi più che puoi, ricevo tantissime mail di donne, grandi, giovani, ragazze, che si riconoscono, anche parzialmente, in quello che racconto, che mi dicono semplicemente grazie. Questo mi ripaga di qualsiasi cosa. Mi rendo conto di aver affrontato un tema forte, ma che è stato compreso. Spero che arrivi per quello che è, cioè il fatto che ci si può salvare dalla violenza.
Ti è mai capitato di mettere in un tuo personaggio, magari anche secondario, qualcosa di te, del tuo carattere, delle tue passioni?
C'è sempre qualcosa di me nei personaggi. Per esempio Enrica in Niente come è te è un chimico, io sono biologa, quindi questa passione per la scienza un po' c'è. In realtà credo di mettere molto questa mia passione per il mondo scientifico proprio nel modo in cui scrivo, sono un po' chirurgica e molto asciutta, che è forse più tipico delle menti scientifiche che di quelle letterarie.
Da blogger ti chiedo, leggi mai le recensioni dei tuoi libri?
Certo! Devo dire che leggo tante cose carine. Affrontando dei temi forti magari non c'è mai la stroncatura reale, perchè magari si apprezza lo sforzo di aver affrontato un tema di cui si parla poco. Non si può piacere a tutti, questa è la regola fondamentale. Ma questo non lo insegna la scrittura, lo insegna la vita. Io faccio la scrittrice da poco, ero già grande, avevo già preso i miei no. Sono contenta di quello che si dice di me in giro, mi sembra di aver instaurato un ottimo rapporto sia con le blogger che con i miei lettori, di cose atroci non ne leggo.
E dai tuoi lettori all'estero hai contatti?
Sì, soprattutto dalla Spagna. E' il paese in cui sono un po' più conosciuta, anche se non come in Italia. I libri sono andati bene e sono stati tradotti tutti. Ho una pagina anche in spagnolo su Facebook e lì un po' di contatti arrivano. E' molto interessante. Parlo un po' spagnolo, un po' mi arrangio. Poi gli spagnoli sono un po' come noi, non si offendono se non sei precisa, comprendono le difficoltà. Però è divertente.


Spero che il post vi sia piaciuto! Concludo con un regalino per voi, una copia autografata di uno dei libri più apprezzati di Sara Rattaro, Un uso qualunque di te :)

Autore: Sara Rattaro
Editore: Giunti
Prezzo: 5,90 Euro
Anno: 2013
