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sabato 30 maggio 2020

Un classico al mese #6: Il giornalino di Gian Burrasca

Ciao a tutti! Nuovo mese, nuovo classico! Questa volta ho deciso di leggere Il giornalino di Gian Burrasca, un classico per ragazzi italiano in cui ci siamo imbattuti tutti almeno una volta nella vita. L'avevo già letto in passato perchè ne ho un vago ricordo dalle scuole medie, ma l'ho riletto volentieri. Giannino fa quasi impallidire i teppistelli di oggi, aveva sempre una nuova idea diabolica in testa, e il bello è che aveva sempre le migliori intenzioni e infatti riteneva le sue punizioni ingiuste lol Avete mai letto questo libro? :)  

La trama
Giannino è il figlio minore di un'agiata famiglia fiorentina ed è talmente propenso a combinare guai che è stato sopranominato Gian Burrasca. Nel suo diario, che inizia il giorno del suo nono compleanno, racconta le sue disavventure quotidiane, gli scherzi e le inevitabili punizioni che riceve, delle vere ingiustizie a suo parere. Più gente c'è, più si fa audace, e questo lo sanno bene le sue sorelle maggiori, visto che ha rovinato ogni evento organizzato in casa, compresi i loro stessi matrimoni. La famiglia non sa davvero cosa fare con lui, punizioni e minacce non hanno nessuno risultato. Mentre le sue monellate diventano via via più audaci, e le conseguenze più gravi, lo spettro del collegio aleggia in ogni frase, ma non basta. Punizioni, periodi sabbatici in esilio da parenti, giorni rinchiuso in camera a mangiare solo minestra non hanno effetto su lui. Giannino ne combina sempre una nuova e i danni non si contano più. Tira e tira, la corda si spezza e in collegio ci finisce davvero, ma servirà a qualcosa? Gian Burrasca è davvero incorreggibile!

L'autore
Vamba, all'anagrafe Luigi Bertelli, nasce a Firenze il 19 marzo 1858. Terminati gli studi comincia a lavorare presso le ferrovie, spostandosi a Rimini e poi a Foggia, ma trova la sua strada quando nel 1884 entra nella redazione del quotidiano Capitan Fracassa, firmandosi Vamba, nome ispirato dal buffone dell'Ivanhoe di W. Scott. Nel 1887 lo abbandona con altri colleghi per fondare il Don Chisciotte. Nel corso degli anni collabora con altre riviste, tra cui Il Pupazzetto, il Carro di Tespi, il Corriere Italiano, L'O di Giotto, occupandosi soprattutto di satira politica. Nel 1893 pubblica il suo primo libro per ragazzi, Ciondolino, che segna la sua svolta nel mondo dell'educazione per l'infanzia. Nel 1906 fonda il Giornalino della Domenica, dedicato all'educazione dei giovani lettori. Proprio su quelle pagine nel 1907 è nato Gian Burrasca, che per oltre un anno ha divertito i lettori con le sue monellerie, prima di diventare un vero e proprio libro nel 1912. Ha continuato la sua attività anche negli anni successivi, fino alla morte nel 1920.

La storia di Giannino
Giannino è nato sulle pagine del Giornalino della domenica ma si dice che la storia sia parzialmente ispirata a 'Memorie di un ragazzaccio' dell'americana Metta Victoria Fuller Victor, uscito nel 1880 sotto lo pseudonimo Walter T. Grey. Tutto è partito da Ester Modigliani, che aveva proposto al Giornalino una sua traduzione ridotta del libro dell'americana. Vamba l'aveva trovato carino e divertente, tanto da mettersi al lavoro per crearne le illustrazioni. Ma poi aveva iniziato a fare modifiche al testo e alla fine aveva lasciato perdere la traduzione, finendo per scrivere quello che ora tutti conosciamo come Il giornalino di Gian Burrasca. Del libro originale, che era ambientato in America, sono stati mantenuti parecchi episodi e la forma diaristica, ma Vamba si è spostato a Firenze e ha inserito molti nuovi personaggi e temi sociali legati alla società italiana, in più nel suo libro tutti gli episodi sono legati da una trama, mentre nel libro americano erano tanti singoli episodi.   

Giannino al cinema e in tv
Gian Burrasca è finito parecchie volte sul piccolo e grande schermo. Non gli bastava certo essere uno dei monelli più famosi della letteratura, doveva arrivare anche in tv! La sua prima apparizione è stata nel film 'Gian Burrasca' del 1943 diretto da Sergio Tofano. Poi è stato il turno dell'omonimo sceneggiato televisivo targato Rai, trasmesso nel 1964, con una giovane Rita Pavone nei panni del protagonista. Sicuramente la trasposizione più famosa e amata. Molti anni dopo, nel 1982, è uscito un altro film omonimo, una produzione con una comicità più volgare, in cui il protagonista è stato interpretato da Alvaro Vitali. Nei primi anni 90 è stato il turno di un film d'animazione diretto da Stelio Passacantando. La sua ultima apparizione televisiva risale al 2001, con la miniserie trasmessa su Canale 5 curata da Rita Pavone, tornata al suo antico amore. Nel cast c'erano Jerry Scotti e Katia Ricciarelli  che interpretavano i genitori di Giannino, mentre Alessia Mancini, Antonella Elia e Ambra Angiolini, erano le sorelle maggiori. Il suo testimone è passato ad altri monelli nel corso della storia, ma di lui continuiamo a ricordarci!

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