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venerdì 20 marzo 2020

RECENSIONE | L'ultima lezione di Miss Bixby di John David Anderson

L'ultima lezione di Miss Bixby di John David Anderson
Autoconclusivo
Mondadori (2017) | 249 pagine | 16 euro

La professoressa Bixby non è una di quelle insegnanti che si limitano a trascinarsi a scuola annoiate e stanche ripetendo le stesse cose a memoria anno dopo anno, lei cerca davvero di migliorare le cose. I suoi studenti la adorano perché parla per citazioni, perché porta ciocche rosa tra i capelli, perché legge Lo Hobbit in classe, perché vede le cose come le vedono loro, e non come gli altri adulti noiosi. Topher, Steve e Brand la adorano più di tutti, perché hanno trovato un'oasi di salvezza dal caos della vita tra i suoi rassicuranti sorrisi e i suoi incoraggiamenti. Ma quando sarà costretta a lasciare la scuola per gravi problemi di salute i suoi tre studenti più affezionati metteranno in piedi un piano folle, audace e strampalato, per ringraziarla di essere stata l'unica a credere in loro, l'unica a vederli davvero. Un piano che comprende una torta costosa, un calice di vino, un vecchio libro e tanti guai. Tutto pur di regalarle un autentico attimo di pura felicità.    
Recensione 
Ho scelto questo libro in modo totalmente casuale dagli scaffali della biblioteca. Uscito un paio di anni fa, mi era sfuggito, ma la copertina sgargiante ha attirato prepotentemente la mia attenzione, spingendomi a portarlo a casa con me senza neppure leggere la trama. Un colpo di fortuna, perché in questo caso non è stato soddisfatto solo l'occhio, ma anche il cuore. Mi è finito tra le mani un libro divertente e dolce, che si avventura tra temi importanti come la malattia e la morte con un'incredibile delicatezza, parlando ai più giovani, ma anche agli adulti. Il lutto è un argomento sempre molto complicato da trattare ma l'autore è riuscito a farlo con eleganza e tatto, spargendo sui nostri cuori un velo di dolce malinconia. Realista e sincero. Girata l'ultima pagina, mi sono sentita triste, ma grata. Perchè è un po' così quando perdi qualcuno a cui vuoi bene, triste di averla perso, grata di averlo avuto nella tua vita. 

Al centro di tutto c'è lei, Miss Bixby, un'insegnante che è il sogno di ogni studente. Viene dipinta come un unicorno, una rarità, una fata che svolazza tra i banchi ed è proprio così che la vedono i suoi studenti, tanto la adorano e la stimano. Fa bene il suo lavoro, quando serve è severa, si fa rispettare, ma allo stesso tempo ha sempre un sorriso pronto per i suoi ragazzi, sa farli divertire, sa come rendere l'apprendimento uno spasso. Ma soprattutto è capace di incoraggiarli ogni volta che ne hanno bisogno, è capace di leggere nei loro occhi richieste di aiuto che nessun'altro coglie. Tutti i suoi studenti le vogliono bene, quindi per loro è davvero sconvolgente vederla sparire da un giorno all'altro dalle loro vite a causa di un ricovero in ospedale che si prospetta molto lungo, forse perfino senza speranza. Niente festa, niente addii, niente ringraziamenti, i loro piani vanno in fumo e tutto ciò che hanno è una vuota comunicazione della scuola. 

A soffrirne di più per l'allontanamento dell'insegnante sono i suoi tre studenti più affezionati, Topher, Steve e Brand, tre amici per la pelle che hanno creato un legame speciale con lei e che per ringraziarla di tutto ciò che ha fatto per loro decidono di fare una piccola follia: saltare la scuola per andare a trovarla. Miss Bixby è stata capace di capire i loro problemi, vedere il loro disagio, ed è corsa in loro aiuto, dandogli esattamente ciò di cui avevano più bisogno, senza nemmeno bisogno di chiederlo. Ha capito cose di loro che nessun'altro aveva capito e per questo loro le sono estremamente grati. I tre ragazzini mi sono piaciuti molto, sono ben caratterizzati, ognuno ha le sue peculiarità, i suoi interessi e i suoi talenti, ognuno ha le sue problematiche grazie a cui vengono affrontati svariati temi. I loro tre quadri familiari sono molto diversi e questo dà modo al lettore di entrare in contatto con vari tipi di genitorialità, uno dei temi centrali. Ci sono una coppia di genitori lavoratori assenti e super impegnati, un'altra fin troppo presente, genitori ansiosi ed apprensivi, che caricano il figlio di aspettative spropositate, e infine un padre che lascia il carico di tutto sulle spalle del figlio, sconfitto da un dolore che l'ha fatto cadere in un tunnel buio di cui non si vede nemmeno il fondo. L'autore ha approfittato dei suoi tre protagonisti per affrontare questo argomento prendendo in considerazione più punti di vista e diverse realtà.

La narrazione copre un solo giorno, ma l'avventura che vivono Topher, Steve e Brand li mette di fronte a molti ostacoli e li porta ad evolvere, a scoprire il coraggio, l'amicizia, l'unione. La storia viene narrata con un POV multiplo, con capitoli alternati, ed è arricchita di flashbacks che approfondiscono il loro rapporto con Miss Bixby. La scrittura è fluida, scorrevole, il che che aiuta a proseguire la lettura velocemente nonostante in alcuni punti la trama risulti un po' fiacca e noiosa, priva di grandi eventi. Il neo più grande di questo libro è che, nonostante i personaggi siano ben caratterizzati, si fatica a riconoscere le voci narranti. Continuavo a confondermi e ci ho messo un bel po' ad ingranare. L'autore non è riuscito fino in fondo a differenziarli. Ma questo è sempre un rischio con i POV multipli. Il finale invece è stata una delle mie parti preferite: doloroso ma bellissimo. Veramente dolce e commovente.

L'avventura che Topher, Steve e Brand affrontano per la loro insegnante li porta faccia a faccia con paure, insicurezze, debolezze, li avvicina uno all'altro rendendo il loro rapporto più solido e apre loro gli occhi sulla fragilità della vita. Anche dalla sua camera d'ospedale, Miss Brixy li ha resi più forti. Ho l'impressione che anche se è indirizzato agli adolescenti, questo libro potrebbe piacere quasi più ai grandi. C'è un velo di nostalgia e malinconia che aleggia su tutto il racconto. Un'ottima lettura, anche se con qualche difetto.         
½ 
 Non male

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