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lunedì 5 giugno 2017

RECENSIONE | Cose che non voglio dimenticare di Lara Avery

Cose che non voglio dimenticare di Lara Avery
Autoconclusivo
Mondadori (2017) | 339 pagine | 17,90 Euro

Samantha è una ragazza ambiziosa, con un futuro già progettato fino all'ultimo dettaglio. Sicura di sè, intelligente, caparbia, dotata di una memoria fenomenale, è una delle più brillanti studentesse della sua scuola e capitano della squadra di dibattito, che grazie a lei si è qualificata per il campionato nazionale. Dopo la vittoria, di cui è già certa, la aspettano il college a New York  e una sfolgorante carriera da avvocato per i diritti umani. Tutti i suoi sogni vanno in frantumi il giorno in cui le viene diagnosticata la malattia di Niemann-Pick tipo C, una rara patologia genetica degenerativa che intacca per prima cosa la memoria. Nonostante tutto Samantha è decisa a seguire il suo piano, e inizia un diario rivolto a se stessa in cui appunta tutto ciò che non vuole dimenticare, cose belle, come il riavvicinamento al suo vecchio amico Cooper e gli appuntamenti con il suo grande amore Stuart, ma anche cose brutte, ferite, delusioni, lacrime, consapevole che se quelli saranno i suoi ultimi mesi, non vuole rimpiangere nulla.

Recensione
A volte mi prende quella voglia un po' masochista di leggere un libro strappalacrime e in quei momenti le scelte sono tre: un libro sui cani/gatti, un libro di Nicholas Sparks oppure un libro del cosiddetto genere 'sick-lit', cioè quei libri in cui c'è un protagonista malato/con problemi che il 99% delle volte muore, un po' come Colpa delle stelle o Raccontami di un giorno perfetto. Ecco, stavolta la mia scelta è caduta proprio su quest'ultima categoria, in particolare su Cose che non voglio dimenticare di Lara Avery, uscito recentemente con Mondadori, che su Goodreads ha una media molto alta e gif su gif di pura disperazione. Nonostante le buone premesse, purtroppo sono rimasta delusa: questo libro non mi ha dato l'emozione che cercavo. La storia è molto triste, su questo non c'è dubbio. Samantha ha un brillante futuro davanti a sè, tanti sogni e progetti, e invece tutto viene raso al suolo da una terribile diagnosi: malattia di Niemann-Pick tipo C. Ne esistono soltanto 500 casi in tutto il mondo, è rarissima, difficile da diagnosticare e sempre mortale. Colpisce per prima cosa la memoria, la capacità di concentrarsi e di apprendere, e degenera sempre di più. La maggior parte delle persone affette da questa malattia muore prima dei 20 anni. Una situazione veramente terribile, ma che purtroppo non è stata trattata con la giusta attenzione. Il libro non è riuscito a trasmettere le emozioni intense che mi aspettavo nè a rendere giustizia a chi soffre di questa malattia.

La storia è raccontata sotto forma di diario, il suo 'libro delle cose che non voglio dimenticare', in cui Samantha racconta tutto ciò che le capita dalla diagnosi in poi, per non dimenticare nulla e aggrapparsi ad ogni ricordo. La cosa più interessante è proprio questa. Dopo una prima parte relativamente tranquilla, in cui non si manifestano grossi attacchi e Samantha continua a lottare per poter andare al college e realizzare i suoi sogni, in cui parla di scuola, di ragazzi, di amicizia, le cose piano piano cambiano.  Attraverso il suo diario assistiamo al degeneramento della malattia che emerge negli episodi che racconta, ma anche nella scrittura, che diventa più confusa, a volte sgrammaticata, senza punteggiatura, senza maiuscole. I suoi pensieri diventano sempre più caotici, incoerenti. Le sue note si fanno sempre più confuse e si diradano velocemente verso la fine, lasciando la parola ai suoi cari. Una scelta coraggiosa, che è uno dei punti di forza di questo libro, perchè ci permette di vedere nero su bianco quanto le sue condizioni peggiorino rapidamente. 

Se la prima metà del libro è piuttosto piacevole e la narrazione si alterna in modo equilibrato tra la malattia e la vita quotidiana, scuola, famiglia, amici, amore, la seconda parte ha una brusca svolta. Si potrebbe pensare che andando avanti venga dato più spazio alla malattia, invece è la componente amorosa a farla da padrona. In tutta onestà avrei preferito che l'amore avesse un ruolo più marginale in una storia drammatica come questa, avrei voluto che fosse semplice, puro, dolce. Invece l'autrice ha deciso di inserire un triangolo davvero mal costruito e spiacevole sotto molti punti di vista. Samantha ha da anni questa epica cotta per Stuart, un ragazzo più grande che dopo aver finito la scuola si è trasferito a New York, dove sta cercando di emergere come scrittore. Lei lo ammira tantissimo e lo idolatra quasi come una fan, convinta che uno come lui non la guarderebbe mai. Invece Stuart torna nella loro piccola cittadina, e una serie di fortuite circostanze li fanno avvicinare. Nel frattempo lei riallaccia i rapporti anche con Cooper, un amico d'infanzia con cui crescendo aveva perso un po' i contatti. Non mi è piaciuto niente di questo triangolo. Ho visto zero chimica con entrambi i ragazzi e nessuno dei due ha saputo conquistarmi. Ma più di tutto ho detestato il comportamento di Samantha. Ha fatto scelte sbagliate, un errore dopo l'altro, è stata, senza giri di parole, una vera stronza egoista, che arriva perfino a tradire il fidanzato. E questa è una cosa che davvero non sono riuscita a digerire, anche perchè capita all'improvviso, senza un minimo di sviluppo o di evoluzione del rapporto tra i personaggi. Avrei voluto vedere meno drammi amorosi, e sapere di più sulla malattia.  

Un altro grande problema di questo libro è che, nonostante il delicato tema che tratta, in realtà è molto freddo. Non mi sono sentita coinvolta, nè triste come pensavo sarei stata. La narrazione è molto distaccata, come se lei stesse parlando di qualcun'altro. In più, francamente, Samantha non è un personaggio con cui è facile empatizzare, soprattutto andando avanti nella storia, perchè ho disapprovato molti suoi comportamenti e scelte. Sono arrivata alla fine senza grandi drammi, senza lacrime. É una storia  molto triste, ma la cosa più triste è pensare a come avrebbe potuto essere questo libro, e invece non è.  

 
Così così

"Siamo fortunati a vivere qui. Forse è perchè le montagne sono più grandi di tutto il resto e rimettono tutto in prospettiva. Ascolta, puoi andare dove vuoi, puoi conquistare il mondo, potevi andare a New York e avere un grandissimo successo, e so che ci saresti riuscita. Ma più ottieni, più gente devi superare, o magari lasciarti alle spalle, e il tuo mondo diventa sempre più piccolo."

2 commenti:

  1. Questo libro non mi ha coinvolta per nulla. Eppure avevo aspettative ben diverse. Peccato, ma sono d'accordo con le tue osservazioni.
    💕

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    Risposte
    1. E' un vero peccato. Quando leggo libri dai temi delicati, come malattia e morte, mi sento sempre un po' insensibile a non apprezzarlo, soprattutto se poi leggo recensioni a 5 stelle su Goodreads :/ Però a me non ha detto più di tanto, purtroppo.

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Grazie per aver letto il mio post ❤
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