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mercoledì 28 dicembre 2016

RECENSIONE: Il prigioniero del cielo - Carlos Ruiz Zafón

Il prigioniero del cielo di Carlos Ruiz Zafón
Il Cimitero dei Libri Dimenticati #3 
Mondadori (2016) | 352 pagine | 12 Euro


I Sempere sono abituati ad avere a che fare con tanta gente strana, ma il misterioso individuo che un giorno fa il suo ingresso nella loro libreria di certo li batte tutti. Compra il libro più prezioso del negozio, una pregiata edizione di Il conto di Montecristo, sborsa una cifra da capogiro senza battere ciglio e poi chiede che venga consegnato a Fermin, con un'enigmatica dedica firmata semplicemente '13'. Sentito il resoconto dell'amico libraio, Fermin capisce che è finalmente giunto il momento di confidargli il suo doloroso passato, che svela come i loro destini si siano incrociati ben prima del loro incontro. Un racconto che parte dal carcere di Montjuic e dal suo perfino sovrintendente Mauricio Valls e intreccia la vita di Fermín a quella dello scrittore David Martín, che rinchiuso in cella scrive febbrilmente un libro chiamato Il gioco dell'angelo. Un mistero che lancia inquietanti ombre sulla morte di Isabella, la madre di Daniel, risvegliando in lui una sete di vendetta che non aveva mai conosciuto. Una storia che forse Daniel avrebbe fatto meglio a non scoprire mai.  

 
Recensione
Una sola parola: sorprendente! Questo terzo libro della serie del Cimitero dei Libri Dimenticati mi è piaciuto quasi (quasi eh!) quanto l'inarrivabile L'ombra del vento! Preparatevi psicologicamente, mi raccomando, che le cose qui si fanno ancora più complesse e intricate! Dopo il tuffo nel passato di Il gioco dell'angelo, stavolta torniamo nel presente. Daniel e Beatriz conducono una serena vita familiare con il piccolo Julian, la libreria Sempere continua come sempre tra alti e bassi, Fermin e Bernarda stanno per sposarsi e la vita va avanti piuttosto tranquillamente. A sconvolgere tutto è l'ingresso di un nuovo personaggio, una vecchia conoscenza di Fermin la cui ricomparsa rende necessario un lungo excursus sulla sua vita. A conti fatti, anche se il narratore è Daniel, il vero protagonista qui è Fermin, uno dei miei personaggi preferiti, che prende la parola per una buona parte del libro. Di quest'uomo, carismatico e affascinante, sappiamo molte cose, ma non abbiamo mai conosciuto nel dettaglio le disavventure che ha affrontato prima di incontrare i Sempere. Sappiamo solo, dai pochi accenni, che nel suo passato si cela qualcosa di terribile e oscuro, troppo doloroso da raccontare. Ma finalmente è arrivato il momento per Daniel (e per noi) di venire a conoscenza di tutti i suoi scheletri nell'armadio. Il suo racconto inizia nel carcere di Montijuic, un posto orribile, in cui i prigionieri sono tenuti in condizioni disumane. Una fortezza cupa e minacciosa, da cui nessuno è mai riuscito a fuggire. E' proprio qui che scopriamo che la storia si riallaccia con Il gioco dell'angelo. Uno dei compagni di cella di Fermin infatti è David Martin, il protagonista del libro precedente, finito in carcere dopo le vicende che ben conosciamo. I due stringono un forte rapporto, anche se Fermin fatica un po' a comprendere quest'uomo un po' folle e un po' geniale perso nel suo mondo. Anche qui David continua a scrivere, alle prese con un manoscritto che è deciso a terminare a tutti i costi, un manoscritto intitolato Il gioco dell'angelo, in cui racconta la verità sulla sua storia.  

Altri due personaggi importanti all'interno del carcere sono Sebastiàn Salgado e Mauricio Valls. Il primo è il compagno di cella di Fermin, riuscito a nascondere un immenso tesoro frutto di un grosso colpo, e ora torturato affinchè ne riveli il nascondiglio. Un ladro, un assassino, un uomo avido e testardo, ben deciso a mantenere il suo segreto. Torture e mutilazioni non lo convincono ad aprire la bocca, e resiste stoicamente, aggrappato a quell'oro, che considera una scialuppa di salvataggio per quando finalmente uscirà da lì. Nonostante le sue azioni passate e la sua anima oscura e avida, saprà essere un alleato prezioso in carcere. Il secondo è il perfido direttore del carcere. Un individuo meschino, subdolo e avido, accecato dalla sete di potere e dall'ambizione. Il ruolo che ricopre nel carcere per lui è solo un mezzo per ottenere ciò che vuole, un gradino verso la scalata al potere. Lo vede anche come un'occasione per coronare il suo sogno di diventare uno scrittore , perchè ha in mano la vita di David Martin, a cui affida, sotto bieche minacce, le sue idee balzane e le sue pagine scritte senza il minimo talento, affinchè l'uomo ne tragga qualcosa di geniale. Ha bisogno che lui rimanga in carcere, è pronto a tutto. Muove le sue pedine come su una scacchiera, giocando con il destino e con la vita delle persone. E' un antagonista davvero detestabile, senza il minimo scrupolo, che si può solo odiare e temere. Ha fatto del male a tante persone e sembra non avere ancora finito..

Neanche stavolta manca uno dei grandi protagonisti: il Cimitero dei Libri Dimenticati. Adoro come l'ingresso di ogni personaggio in questo luogo sia accompagnato dal medesimo schema, dalle stesse parole, come una sorta di incantesimo senza il quale non si possa accedere a questo luogo magico. Le scene nel Cimitero sono sempre tra le mie preferite e amo vedere come ogni personaggio reagisce davanti a questo spettacolo. 

Il racconto di Fermin, doloroso ma caratterizato dalla sfrontatezza che da sempre lo contraddistingue, inizialmente lontano nel tempo, finisce poi per scontrarsi con il presente, con il suo incontro con Daniel.  Rispetto ai suoi predecessori, la trama segue più o meno lo stesso schema, con lunghi flash back, indagini e colpi di scena, ma si sente fortemente il suo essere un libro di passaggio. Si può considerare autoconclusivo, come sempre, ma lascia aperte tante questioni e mette tanta carne al fuoco in preparazione del quarto libro. Anche perchè in questo caso la trama autoconclusiva del volume si intreccia a fondo con quella generale della serie. Con questo libro, l'intreccio si infittisce e scopriamo quanto a fondo siano legati i vari personaggi e le loro storie.  Lo stile come sempre è uno dei punti forti di Zafón. Poetico, travolgente, musicale. Tocca tutti i sensi, solleticando l'immaginazione del lettore in ogni direzione. Un linguaggio forbito, un po'  all'antica, ma sempre comprensibile. Scrive divinamente, in questo è sicuramente uno dei migliori in circolazione.  Saprebbe ipnotizzarmi anche raccontandomi con le emozionanti avventure dei tronisti di Uomini e Donne lol Amatelo! Continuo a consigliare di cuore questa serie. Non vedo l'ora di vedere cosa ha architettato per il gran finale :3
      
 
Imperdibile!   

''Ebbe cento mestieri e nessun amico. Guadagnò dei soldi che spese. Lesse libri che parlavano di un mondo in cui non credeva più. Iniziò a scrivere lettere che non sapeva come finire. Visse contro i ricordi e i rimorsi. Più di una volta si spinse su un ponte o sul bordo di un precipizio e osservò serenamente l'abisso. All'ultimo mento, tornava la memoria di quella promessa e lo sguardo del Prigioniero del Cielo.''

5 commenti:

  1. Io mi sono fermata al primo, non sentivo il bisogno di leggere oltre.

    Ho un book tag per te http://chelibroleggere.blogspot.it/2016/12/the-tag-of-book-little-women.html

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    1. Io ci ho messo una vita, ma sono felice di essere andata avanti *_*

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  2. non ho mai letto nulla di questo autore anche se ne ho sentito parlare molto bene...spero di recuperarlo quanto prima

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  3. anche io non ho mai letto nulla di questo autore e tanto meno questa serie... anche se in molti mi dicono essere bellissima... solo che ho così tanti romanzi da leggere che non so davvero da dove iniziare... bellissima recensione comunque <3 <3

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  4. Ho scoperto Zafon di recente,LO ADORO!!! Ho letto due libri di questa serie,mi mancano gli altri ma ti assicuro saranno miei♡

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Grazie per aver letto il mio post ❤
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